Tumore ai polmoni, scoperto ‘punto debole’ per bloccarlo

Si chiama AMG510 ed è ‘un’infiltrata speciale’: la molecola scoperta dai ricercatori Amgen, infatti, sfruttando una tasca nascosta della proteina KRASG12C, responsabile di migliaia di nuovi casi l’anno di tumore al polmone finora refrattari a ogni trattamento farmacologico, potrebbe diventare una nuova arma contro i tumori al polmone e altri tumori solidi.

Attualmente in Italia si registrano ogni anno 42.500 nuove diagnosi di tumore al polmone, di queste 35mila riguardano il tumore al polmone non a piccole cellule che in circa 3.000 casi è provocato dalla mutazione specifica KRAS.G12C.

È questa la nuova frontiera e la grande sfida di Amgen e le premesse lasciano ben sperare: l’obiettivo è riuscire entro un paio d’anni a trattare e curare il tumore al polmone non a piccole cellule con mutazione specifica KRAS, fino a oggi insensibile ai farmaci.

AMG510 è infatti il primo farmaco ad arrivare alla fase clinica dopo oltre 30 anni di ricerche infruttuose per tentare di agire sulla proteina mutata KRASG12C, finora non aggredibile perché non si era mai trovato un ‘appiglio molecolare’ contro cui indirizzare il farmaco.

Dopo i primi risultati clinici positivi, è al via un trial di fase III che coinvolgerà 650 pazienti di 300 centri in 15 Paesi. In questo studio, che potrebbe segnare una svolta nella terapia dei tumori solidi, il nostro Paese è capofila in Europa per strutture partecipanti, con 15 centri coordinati dall’Università di Torino.

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«La nuova molecola lega in maniera irreversibile KRASG12C, bloccandola in uno stato inattivo. In questo modo la proteina non è più in grado di inviare segnali che innescano la divisione cellulare e la crescita tumorale nei carcinomi provocati dalla sua mutazione, come il tumore del polmone non a piccole cellule – spiega Silvia Novello, Direttore Unità Oncologia Toracica, San Luigi di Orbassano (TO), Pres. Associazione WALCE – Women against lung cancer e coordinatrice nazionale dello Studio – AMG510 ha dimostrato l’efficacia contro il tumore polmonare non a piccole cellule nel 100% dei pazienti in cui il carcinoma si era diffuso nonostante fossero stati già sottoposti ad almeno due trattamenti».

La terapia ha ridotto il tumore nel 54% dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, 7 dei 13 pazienti valutabili che hanno ricevuto 960 mg e ha arrestato la crescita tumorale nel restante 46%, 6 dei 13 pazienti valutabili che hanno ricevuto 960 mg dimostrando un controllo della malattia nel 100% dei pazienti.

Il nuovo farmaco mostra un profilo di sicurezza e tollerabilità favorevole; nello studio di fase I nessun paziente ha riportato tossicità tali da doverne ridurre la dose ed effetti collaterali gravi correlati alla terapia in studio.

Sulla base dei dati disponibili, la Food and Drug Administration statunitense ha concesso ad Amg510 lo status di farmaco orfano per il carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico pretrattato; questo ha impresso un’accelerazione agli studi e ha consentito l’avvio delle sperimentazioni cliniche, anche perché c’è un reale bisogno clinico insoddisfatto di terapie tumorali selettive.

«A oggi non esistono opzioni terapeutiche specificamente dirette contro la proteina KRAS mutata e i dati preliminari per AMG510 accendono una speranza dopo tanti anni di insuccessi – aggiunge Umberto Malapelle, ‘Supervisor’ del Laboratorio di Patologia Molecolare Predittiva del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II – la diagnosi delle mutazioni di KRAS è una nuova sfida per chi si occupa di patologia predittiva per il tumore al polmone in stadio avanzato».

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