Tumore al colon – retto: quali sono i campanelli d’allarme?

Ha strappato al mondo il re del calcio, Pelé. Il cancro colon-rettale (CCR) è fra i più aggressivi e di rapida progressione, ed è la terza neoplasia negli uomini (12%) e la seconda nelle donne (11,2%).

Si tratta di una malattia insidiosa perché i sintomi sono spesso tardivi e generici, e un’arma cruciale è la prevenzione. L’appello degli esperti è a sfruttare questa possibilità.

“Si calcola – spiega Fabio Monica, Past President di AIGO, Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri – che in Italia almeno 500mila persone abbiano avuto questo tumore e ogni anno se ne ammalino 51.000 e ne muoiano circa 19.000. La probabilità di ammalarsi aumenta progressivamente dopo i 50 anni ed è più elevata nei maschi”.

La neoplasia insorge dalla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa della parete intestinale. Nella maggior parte dei casi si sviluppa a partire da polipi adenomatosi (proliferazioni cellulari benigne visibili mediante la colonscopia), che possono evolvere in senso maligno in circa 10-15 anni.

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L’insorgenza della malattia è spesso inosservata perché i suoi sintomi si manifestano solo nel 40% dei casi, possono essere piuttosto generici e quindi molto facili da trascurare. I principali ‘campanelli d’allarme’ sono sangue nelle feci, sensazione di evacuazione incompleta e anemia.

Secondo le raccomandazioni sullo screening oncologico del Ministero della Salute, dai 50 anni in poi, se non si hanno fattori di rischio particolari, è necessario effettuare un test per la ricerca di sangue occulto nelle feci, che mira a segnalare piccole tracce di sangue nascoste che devono indirizzare a con esami più approfonditi, come la colonscopia.

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