Gas lacrimogeno: perché fa male e come eliminare gli effetti

Il gas lacrimogeno è stato usato per la prima volta dall’esercito francese durante la Prima Guerra Mondiale (1914-1918) come arma per scacciare il nemico dalle trincee. A partire dal 1997, invece, è legale usare gas lacrimogeni nelle guerre.

Secondo la Convenzione globale sulle armi chimiche «ciascuno Stato si impegna a non usare gli agenti antisommossa come metodo di guerra» definendo come agente antisommossa «qualsiasi sostanza chimica non elencata nel Programma che può produrre rapidamente negli esseri umani irritazione sensoriale o disabilitazione degli effetti fisici che scompaiono in breve tempo dopo la fine dell’esposizione». Tuttavia, la Convenzione non regola l’uso contro i civili, quindi l’uso contro i manifestanti come «controllo antisommossa» è uno strumento legittimo agli occhi del diritto internazionale.

Il gas lacrimogeno, quindi, è un termine generico per un agente chimico che temporaneamente rende le persone incapaci di agire, causando irritazione agli occhi, alla bocca, alla gola, ai polmoni e alla pelle.

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), i composti più comunemente usati sono l’orto-clorobenziliden-malononitrile (a volte indicato come gas CS) e il cloroacetofenone (CN). Un’altra forma comune di gas lacrimogeno è lo spray al peperoncino, che contiene la capsaicina, l’irritante che dà la piccantezza ai peperoncini.

Il gas CS provoca disagio, prendendo di mira un recettore specifico trovato sulle cellule, chiamato TRPA1, che provoca la percezione del dolore nel sistema nervoso. Una volta che l’agente viene a contatto con il corpo, il sistema immunitario identifica la sostanza estranea e tenta di inondare l’irritante con i fluidi corporei, come lacrime e muco, che possono causare ulteriore fastidio.

In teoria, i gas lacrimogeni causano irritazione agli occhi, vista offuscata, tosse e naso che cola per un massimo di 30 minuti ma il suo effetto può essere molto più rigido se c’è un’esposizione prolungata o intensa.

Una revisione medica del 2016 sugli effetti dei gas lacrimogeni ha scoperto che può essere responsabile di ustioni della pelle, vesciche, soffocamento, vomito e sanguinamento. È particolarmente brutto se l’agente viene a stretto contatto con gli occhi, dove può causare lacrimazione, sanguinamento, bruciore alla cornea e persino danni ai nervi oculari. Le morti sono rare ma non inaudite.

In caso di esposizione ai gas lacrimogeni, ci sono una serie di cose che andrebbero fatte.

Per prima cosa, se è possibile, occorre allontanarsi dalla nuvola di gas. Non appena si può, è necessario risciacquare accuratamente gli occhi con acqua pulita o soluzione salina, quindi lavare la pelle esposta con abbondante acqua e sapone.

È anche importante rimuovere tutti gli indumenti che potrebbero contenere agenti chimici perché potrebbero causare ulteriori irritazioni. Poi, occorre fare una lunga doccia il prima possibile, fino a quando non si avverte più l’odore del gas. Questo può richiedere fino a 30 minuti.

Se i sintomi non passano entro 30 minuti, bisogna prendere in considerazione la richiesta di assistenza medica.

Infine, per ridurre al minimo il rischio, durante una protesta, meglio usare occhiali protettivi (e non le lenti a contatto perché possono portare a ulteriori irritazioni per gli occhi).

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