Festività e farmaci: quali sono quelli più usati in questo periodo

Un sondaggio rilanciato nei giorni scorsi in Svizzera sembra quasi la scoperta dell’acqua calda.

Il quesito formulato suona più o meno così: «Sapete quali sono i medicinali più acquistati nel mese di dicembre?». E la risposta è altrettanto banale: «Quelli che servono a calmare mal di pancia e problemi intestinali».

Molti colossi farmaceutichi (come Sanofi e Bayer), infatti, hanno confermato di assistere in questo periodo ad un aumento delle vendite di farmaci di questo tipo. Stessa tendenza anche per la Zeller, società attiva in prodotti naturali.

E se i grandi gruppi farmaceutici ci confermano che le grandi abbuffate delle festività di fine anno spesso ci portano ad avere problemi di salute ed il numero di pazienti con problemi di stomaco e diarrea aumenta drasticamente, allora è necessario andare a capirne le cause.

Secondo quanto sostenuto da alcune ricerche in tal senso, il motivo principale risiederebbe nella carne di pollo nel Nord, mentre nel Sud anche nel consumo di pesce crudo. Accade, infatti, che pezzi di pollo crudo spesso finiscono nei piatti e possono venire a contatto con contorni e verdure.

Uno studio dell’Ufficio federale della sanità pubblica elvetico (UFSP) ha dimostrato che sono proprio alcuni piatti a base di pollo e l’uso scorretto della carne cruda le cause principali dell’aumento delle infezioni durante le festività. In questo senso la campilobatteriosi è l’infezione alimentare segnalata più frequentemente.

Da non trascurare, inoltre, l’uso e forse anche l’abuso di pesce crudo nella convinzione che temperature esterne più basse riducano la carica batterica. Ma è sbagliato. Per evitare qualsiasi tipo di rischio dal consumo di pesce e molluschi crudi l’unico modo è di evitarli proprio.

Solo per scrupolo, Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, ricorda che ad essere maggiormente colpiti da sgradite conseguenze gastrointestinali non sono solo gli immunodepressi e le fasce più deboli della popolazione, ma anche i giovani dai 20 ai 29 anni. Il 15% degli italiani finisce addirittura in ospedale, e questo ha una diretta conseguenza sull’aumento dei costi della salute.

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