Dolore all’anca: quali sono le cause e come affrontarlo

L’anca è un’articolazione molto importante. Cosa fare quando fa male? Informarsi in merito è molto importante. Il dolore all’anca può essere infatti segno di artrosi. Nelle prossime righe, puoi trovare alcuni riferimenti molto utili per capire cosa fare in caso di dolore all’anca.

dolore all'anca

Dolore anca destra e gluteo: le possibili cause

Quando il dolore all’anca parte dal gluteo e arriva a colpire la suddetta articolazione, la sensazione può essere davvero fastidiosa. Se persiste per qualche giorno, è il caso di rivolgersi al proprio medico curante e valutare la prescrizione di antidolorifici.

Qualora anche questi ultimi dovessero risultare inefficaci, la cosa giusta da fare è rivolgersi all’ortopedico. Il dolore all’anca persistente può essere infatti sintomo di patologia artrosica.

Artrosi all’anca o coxartrosi: ecco cosa sapere

Quando si ha a che fare con dolore all’anca che non passa con gli antidolorifici, come già detto è il caso di rivolgersi all’ortopedico per valutare la presenza o meno di patologia artrosica. Tra i metodi per diagnosticarla compare senza dubbio l’indagine radiografica. Grazie ad essa è infatti possibile capire se ci si trova o meno davanti a una situazione di erosione della cartilagine tra il femore e l’acetabolo.

Come ricordato dagli esperti del gruppo Humanitas, la cartilagine ricopre un ruolo molto importante, fugendo da cuscinetto tra le ossa e impedendo di fatto l’attrito, che provoca dolore.

L’artrosi all’anca può essere:

  • Di origine meccanica, indi frutto di malformazioni congenite
  • Di origine degenerativa

In alcuni casi, si può avere a che fare anche con artrosi di origine acquisita (p.e. a seguito di un trauma).

Come già detto, il principale sintomo di questa condizione è l’insorgenza di un dolore che, partendo dal gluteo e dalla coscia, si irradia fino all’anca.

Come affrontare l’artrosi all’anca

Quando si tratta di affrontare il dolore all’anca dovuto a processi artrosici, è bene valutare in che modo la suddetta condizione impatta sulla vita quotidiana. Nei casi in cui il dolore è talmente alto da impedire lo svolgimento di una vita quotidiana serena, viene valutato l’impianto di protesi.

Negli ultimi anni si stanno facendo sempre più strada altri approcci, in primis quelli che chiamano in causa la medicina rigenerativa. Grazie a preparati come il PRP e alle cellule staminali del grasso autologo (del paziente) è infatti possibile tenere sotto controllo i processi infiammatori e innescare la rigenerazione del tessuto cartilagineo in caso di artrosi di grado basso (massimo 3/4). Ovviamente la scelta tra terapie rigenerative e chirurgia spetta all’ortopedico.

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