Coronavirus: il test negativo non significa che non si è infetti

Se si risulta positivi al test del Coronavirus è necessario prendere determinate decisioni dal punto di vista clinico. E il tampone è negativo? Come sottolineato da Anthony S. Fauci, direttore del National Institute for Allergy and Infectious Disease, la carica virale potrebbe essere così bassa da non essere riscontrabile.

Quando si parla dei tamponi per il Coronavirus, è necessario ricordare che quelli utilizzati negli USA hanno una sensibilità dell’85%. Questo significa che, per chi ha il virus, c’è una probabilità del 15% di essere negativi.

Interessante è anche il punto di vista presentato sul sito di EMCrit, un gruppo editoriale medico che comprende professionisti attivi nel campo delle cure mediche critiche e della medicina d’urgenza.

Sulle pagine del portale ufficiale si sottolinea che i test hanno una sensibilità del 75% circa e che non è detto che un singolo tampone negativo voglia dire assenza della malattia.

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Tampone negativo: perché non utilizzarlo come punto di riferimento univoco

Secondo le schede tecniche messe a disposizione online dalla FDA, un singolo risultato negativo del tampone non esclude il Covid-19 e non deve essere utilizzato come punto di riferimento univoco per le decisioni di trattamento o di gestione del paziente.

Nei casi in cui il tampone è negativo, la possibilità di un falso negativo deve essere presa in considerazione nel contesto delle recenti esposizioni del paziente e della presenza di evidenze sintomatiche.

Sono diversi i motivi per cui il test può risultare negativo pur essendo una persona infetta. Ecco i principali:

  • Il test è stato effettuato troppo presto, quando la quantità di virus nelle vie aeree è ridotta.
  • Problemi relativi al modo in cui è stato effettuato il tampone.
  • Errori di laboratorio.
  • Problematiche con il trasporto del tampone.

In virtù di quanto appena ricordato, il Dottor Gary Procop, Direttore del Dipartimento di Microbiologia Molecolare, Virologia, Micologia e Parassitologia della Cleveland Clinic, è il caso che i medici testino le persone con forte sospetto di patologia e che consiglino l’isolamento domiciliare ai sani e asintomatici.

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