Annegamento e ipotermia: come si può morire in mare

La sindrome da annegamento e l’ipotermia sono due pericoli mortali che possono verificarsi quando si è in mare. Mentre l’annegamento è la causa più comune di morte in acqua, l’ipotermia può essere altrettanto pericolosa, specialmente in acque fredde.

La sindrome da annegamento si verifica quando una persona è incapace di respirare a causa dell’immersione in acqua. Questo può accadere in diverse circostanze, come quando una persona viene spinta sotto l’acqua da una forte onda o quando una persona si immerge in acqua fredda e subisce uno shock termico. In questi casi, la persona può iniziare ad aspirare acqua nei polmoni, impedendo l’assorbimento di ossigeno e portando alla morte per soffocamento.

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L’ipotermia, d’altra parte, si verifica quando la temperatura corporea di una persona scende al di sotto dei livelli normali a causa dell’esposizione a temperature fredde. Quando si è in acqua, l’ipotermia può verificarsi rapidamente, specialmente se l’acqua è molto fredda. L’ipotermia può portare a una serie di sintomi, tra cui brividi, confusione, stanchezza, difficoltà di movimento e perdita di coscienza. Se non viene trattata, l’ipotermia può portare alla morte.

Come prevenire?

Per prevenire la sindrome da annegamento e l’ipotermia, è importante seguire alcune precauzioni di sicurezza quando ci si trova in acqua. Innanzitutto, è importante nuotare solo in zone autorizzate e sorvegliate. Inoltre, è importante indossare sempre un giubbotto di salvataggio quando si è in acqua, anche se si è nuotatori esperti. In caso di esposizione a temperature fredde, è importante cercare un riparo caldo il più presto possibile e indossare indumenti secchi e caldi.

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Cosa fare?

La sindrome da annegamento e l’ipotermia sono condizioni che richiedono un’azione immediata per prevenire conseguenze potenzialmente fatali. Ecco cosa fare in caso di sospetto annegamento o ipotermia:

  1. Chiamare il soccorso: Se si sospetta che qualcuno stia annegando o soffrendo di ipotermia, è importante chiamare immediatamente il servizio di emergenza locale o il numero di emergenza internazionale (112 o 118).
  2. Estrarre la persona dall’acqua: Se possibile, tirare la persona fuori dall’acqua. Assicurarsi di farlo in sicurezza, evitando di mettere a rischio la propria vita. Se la persona è ancora in acqua, cercare di mantenerla a galla e di prevenire ulteriori perdite di calore.
  3. Rianimazione cardiopolmonare (RCP): Se la persona non respira o non ha battito cardiaco, è necessario iniziare immediatamente la RCP. In caso di ipotermia, la RCP può essere effettuata anche se la persona sembra morta, in quanto la bassa temperatura corporea può rallentare i processi vitali e permettere di recuperare anche soggetti che sembrano privi di vita.
  4. Coprire la persona: Se la persona soffre di ipotermia, coprirla con abiti caldi o coperte elettriche per aiutare a riscaldarla. Tuttavia, non è consigliabile strofinare la persona o usare acqua calda, poiché potrebbe causare danni alla pelle.
  5. Monitorare i segni vitali: Durante il recupero, monitorare la temperatura corporea, la respirazione e il battito cardiaco. Se la persona continua a essere in stato critico o se la situazione peggiora, è necessario cercare assistenza medica immediata.

In generale, la prevenzione è la migliore cura per la sindrome da annegamento e l’ipotermia. Indossare abiti adeguati e assicurarsi di non tuffarsi in acqua fredda o pericolosa possono aiutare a ridurre il rischio di questi eventi. In caso di permanenza in mare, è sempre importante avere a portata di mano dispositivi di galleggiamento e segnalatori di emergenza per segnalare la propria posizione e attirare l’attenzione dei soccorsi in caso di bisogno.

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