53enne va in arresto cardiaco per 18 ore, l’ipotermia lo salva

Un uomo di 53 anni è sopravvissuto a un arresto cardiaco di 18 ore.

Un uomo di 53 anni, ricoverato nel reparto di terapia intensiva del Lapeyronie University Hospital (Béziers, Francia), è sopravvissuto a un arresto cardiaco di 18 ore.

Secondo Midi Libre, l’uomo è stato trovato inanimato dai suoi familiari sul bordo del fiume Orb. Era privo di sensi e il suo cuore batteva molto lentamente (estrema bradicardia). A causa del fatto aveva trascorso la notte fuori, la temperatura corporea era scesa a 22 gradi (ipotermia).

All’arrivo sul posto, i vigili del fuoco hanno trovato l’uomo in arresto cardiaco e hanno subito optato per un massaggio cardiaco. Successivamente, l’uomo è stato collegato a un dispositivo che dà un massaggio cardiaco, il LUCAS TM. Dopo 4 ore e 30 minuti di massaggio cardiaco il paziente è stato trasportato in un’unità di terapia intensiva dove sono state messe in atto tecniche avanzate.

Per alimentare il cuore, il paziente è stato sottoposto a bypass (o CEC: circolazione extracorporea), ovvero un dispositivo biomedicale (o apparecchio elettromedicale), utilizzato soprattutto in cardiochirurgia, che garantisce la sopravvivenza dei pazienti chirurgici sostituendo temporaneamente le funzioni cardio-polmonari.

Una volta stabilizzate le condizioni del paziente, è stato possibile riscaldare gradualmente il sangue e il corpo del paziente e, dopo 18 lunghe ore, il suo cuore ha ripreso a battere, con l’aiuto di scosse elettriche.

COS’È SUCCESSO

L’arresto cardiaco era recente quando sono arrivati i pompieri. Altrimenti, nonostante tutti gli sforzi, la rianimazione sarebbe stata inutile perché il cervello e gli altri organi sarebbero stati irreparabilmente danneggiati.

Il fatto che la temperatura corporea sia scesa a 22 gradi ha protetto questi organi, rallentando il loro funzionamento e riducendo così il loro bisogno di sangue ossigenato e carico di sostanze nutritive.

Il calo della temperatura si è verificato lentamente, il che significa che quest’uomo è caduto gradualmente in coma, senza aver subito un arresto cardiaco improvviso e prolungato, che avrebbe distrutto le sue cellule nervose. Anche un cuore dal battito molto lento, infatti, garantisce la vascolarizzazione del cervello, che è sempre una priorità del corpo. È nei nostri geni. È per questo motivo che il massaggio, anche di scarsa qualità, salva la vita continuando la fornitura di sangue al cervello.

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