Vaiolo delle scimmie, Gismondo: “Non grave ma niente terapie”

Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, all’ANSA ha parlato del vaiolo delle scimmie.

Dopo l’isolamento del virus, il monkeypoxvirus, avvenuto proprio nella struttura milaese, l’esperta ha spiegato che “si può procedere con le ricerche su nuove molecole antivirali”, anche se il vaiolo delle scimmie rimane una malattia “non grave, che non minaccia letalità se non in casi rarissimi di persone fragili o immunocompromesse. Ma non ci sono terapie mirate“.

Gismondo ha spiegato anche i sintomi: “mal di testa, pustole doloranti. Qualcuno ha avuto uno due giorni di febbre alta, altri no”. Ma al momento, anche se “qualche antivirale ha mostrato una buona attività, non c’è una molecola diretta contro questo virus. Ora potremo saggiarne nuove che possono essere efficaci per prevenire l’infezione”.

La microbiologa ha anche dtto che un risultato immediato si può avere usando il virus per quantizzare gli anticorpi che si sviluppano durante e dopo la malattia nei pazienti. “E potremmo capire meglio che tipo di copertura ha il 40% della popolazione vaccinato nei confronti del virus del Vaiolo umano che copre anche dall’infezione di quello delle scimmie”.

Ad ogni modo “non stiamo parlando del quadro che ricordiamo del virus del Vaiolo dell’uomo”, si tratta spesso “di poche pustole sulla schiena, arti o viso che nel giro di una settimana si seccano e si ha la guarigione”, ha concluso.

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