Smartphone in tasca, quando può creare danni alla salute?

Più le tecnologie si evolvono e più grandi diventano gli smartphone. Tuttavia, resta la consuetudine di tenere il telefonino in tasca e, quindi, vicino al corpo. Questa pratica può avere effetti dannosi sulla nostra salute?

L’Agenzia Nazionale della Sicurezza Sanitaria francese (ANSES) ha pubblicato il 21 ottobre scorso un rapporto su questi possibili rischi. «L’Agenzia raccomanda di adottare misure in modo che gli utenti non siano più esposti a SAR superiori a 2 W / kg».

I SAR – o tasso d’assorbimento specifico – indicano la forza del flusso di energia emesso dalle onde dello smartphone e assorbito dal corpo. Sono espressi in Watt per chilogrammo. In Francia, il limite da non superare è di 2 W / kg per l’esposizione localizzata. E questo, sia che teniamo lo smartphone all’altezza delle orecchie per chiamare o al caldo nella tasca della giacca. Per tutto il corpo, questo valore scende a 0,08 W / kg.

L’esposizione superiore a questa soglia di 2 W / kg provocherebbe «effetti biologici sull’attività cerebrale», ha affermato ANSES. Ma l’organizzazione resta cauta, viste le «scarse prove». Gli oltre 60 esperimenti sono stati effettuati soltanto su cellule animali o umane, in vitro. Mai direttamente sugli umani. Inoltre, gli animali sono stati sottoposti a una radiazione di 2 W / kg su tutto il corpo e non su un’area specifica.

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I telefonini prodotti di recente sembrano essere conformi alle normative perché emettono meno onde rispetto ai predecessori. Tuttavia, quelli commercializzati prima di giugno 2016 hanno maggiori probabilità di superare la soglia. Fino a quella data, la distanza normale tra il dispositivo e il corpo era stimata in 15 mm. Un valore che si è evoluto per essere più in linea con le reali abitudini degli utenti: la misura ora è di 5 mm. Pertanto, i modelli che non superavano 2 W / kg a una distanza di 15 mm sono diventati non conformi a 5 mm.

Non tutti, però, sono esperti di tecnologia e desiderosi di acquistare un nuovo smartphone ogni anno. Molti telefoni «problematici» sono quindi ancora utilizzati. Anses consiglia di richiamare o aggiornare il software su questi dispositivi, in modo da non esporre più i propri utenti a tariffe potenzialmente pericolose. Chiede inoltre di «rispettare i termini di utilizzo, in particolare le distanze menzionate negli avvisi telefonici».

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