Scambiato per emorroidi: muore a 68 anni per tumore al colon non diagnosticato
Quando i sintomi di un possibile tumore vengono “scambiati” per problemi benigni – la storia di James
Cosa succede quando i segnali d’allarme vengono sottovalutati.

Hai mai pensato che un piccolo sanguinamento rettale potesse nascondere qualcosa di serio? Nel 2020, James Beasley, un uomo di 68 anni di Rotherham (Yorkshire del Sud), ha iniziato ad avvertire sintomi che sono stati attribuiti ad emorroidi, ma che in realtà erano segnali di un tumore del colon. Questo errore diagnostico, raccontato dal Mirror, ha condotto a un decorso fatale.
Indice dell'articolo
- 1 La vicenda di James Beasley
- 2 Nuovi sintomi e ulteriori ritardi
- 3 La diagnosi tardiva
- 4 Le conseguenze familiari e l’impatto umano
- 5 I segnali da non ignorare: quando comportarsi subito
- 6 Come funziona in Italia: diagnosi e sistema sanitario
- 7 Importanza del tempo e della tempestività
- 8 Cosa possiamo imparare dalla vicenda
- 9 FAQ – Domande frequenti
La vicenda di James Beasley
Primi sintomi ignorati
James si rivolse al medico di base nel marzo 2020, lamentando sanguinamento rettale. Ma niente esame fisico venne effettuato; il medico concluse che si trattava probabilmente di emorroidi. Questo tipo di diagnosi è comune, perché i sintomi possono essere simili. Però ignorare o non approfondire può avere gravi conseguenze.
Nuovi sintomi e ulteriori ritardi
Nove mesi dopo, nel dicembre 2020, James tornò dal medico. Aveva stipsi, dolore addominale e più sanguinamenti. Questa volta venne fatto un esame del sangue, che mostrò anemia (basso livello di ferro) — un possibile segno di tumore del colon. Ma neppure allora venne stabilita la diagnosi corretta. Nessun follow‑up serio, nessun invio a specialisti.
La diagnosi tardiva
Fu solo nell’agosto 2021, dopo che i sintomi erano peggiorati — con diarrea persistente e perdita di peso — che James si rivolse all’ospedale. Dopo accertamenti, in ottobre dello stesso anno gli venne diagnosticato un tumore del colon allo stadio terminale. Tra cure palliative e l’inserimento di una stomia, gli fu detto che aveva circa 12 mesi da vivere. Morì nel febbraio 2023, 13 mesi dopo la diagnosi definitiva.
Le conseguenze familiari e l’impatto umano
James ha lasciato la moglie, le figlie Jane e Amanda, i nipoti. Sua figlia Jane racconta che, pur soffrendo immensamente, suo padre pensava più agli effetti della malattia su di loro che al suo dolore. “All’ultimo anno la sua condizione è peggiorata molto velocemente. Vedere papà soffrire, sapere che non potevamo fare niente, è stato terribile. Ci manca ogni giorno”.
Dopo la morte, la famiglia si è rivolta a un avvocato esperto in malasanità (negligenza medica) per capire se il tumore sarebbe potuto essere diagnosticato prima. È seguita una causa, risolta con un accordo extragiudiziale (i medici negarono la responsabilità, ma espressero condoglianze e rammarico per l’esito). L’avvocato ha dichiarato che è importante che la famiglia abbia ottenuto le risposte che meritava.
I segnali da non ignorare: quando comportarsi subito
James avrebbe potuto avere migliori probabilità se certi sintomi fossero stati valutati adeguatamente fin dall’inizio. Ecco i segnali che non si devono sottovalutare:
- Sanguinamento rettale: sangue rosso vivo o scuro nelle feci.
- Presenza di sangue nelle feci o tracce rosse nel WC o sulla carta igienica.
- Variazioni nelle abitudini intestinali, come episodi frequenti di stitichezza o diarrea.
- Perdita di peso involontaria senza motivo apparente.
- Senso di affaticamento persistente, debolezza, pallore per anemia.
- Dolore addominale ricorrente o la sensazione di un rigonfiamento/presenza di massa palpabile.
Se uno o più di questi sintomi durano settimane, è consigliabile consultare un medico ed eventualmente chiedere indagini approfondite come colonscopia o esami specialistici.
Come funziona in Italia: diagnosi e sistema sanitario
Il percorso diagnostico tipico
Nel Servizio Sanitario Nazionale italiano, se si sospetta un tumore del colon, il medico può:
- Ordinare analisi del sangue (per esempio emocromo, ferro, markers, ecc.).
- Verificare la presenza di sangue occulto nelle feci.
- Richiedere una colonscopia se i sintomi o gli esami lo giustificano.
- Far riferimento a centri specialistici per biopsie o imaging (TC, risonanza).
Importanza del tempo e della tempestività
Diagnosticare precoce è essenziale: un tumore del colon in stadio iniziale si cura più facilmente. Se la diagnosi arriva quando il tumore è già avanzato, le opzioni terapeutiche si riducono e la prognosi peggiora.
Cosa possiamo imparare dalla vicenda
- Ascolto attento del paziente: il paziente non mente; i sintomi vanno presi sul serio.
- Non attribuire frettolosamente i sintomi a cause banali come emorroidi, specie se persistono o peggiorano.
- Richiedere follow‑up: se un esame del sangue mostra anemia, serve capire la causa.
- Partecipazione attiva del paziente/famiglia: segnare i sintomi, chiedere chiarimenti, non accontentarsi di risposte vaghe.
- Consapevolezza e prevenzione: conoscere i sintomi del tumore del colon può salvare vite.
FAQ – Domande frequenti
D: Il sanguinamento rettale è sempre un segnale di tumore?
R: No. Può essere causato anche da emorroidi, ragadi anali, infezioni intestinali. Però, se persiste o si ripresenta spesso, va valutato approfonditamente.
D: Quanto tempo può passare prima che un tumore diventi grave?
R: Dipende dal tipo. Alcuni tumori crescono lentamente, altri più velocemente. Ma trattenere una diagnosi per mesi può fare una grande differenza.
D: Cosa comprende la colonscopia? È dolorosa?
R: È una procedura che permette di vedere l’interno del colon con una sonda flessibile. Generalmente si effettua con sedazione. Non è indolore al 100%, ma i disagi sono gestibili.
D: Se il mio medico non vuole fare accertamenti, posso chiedere un secondo parere?
R: Sì, è tuo diritto. Puoi rivolgerti a un altro medico, a una struttura specialistica, o al servizio sanitario pubblico se hai dubbi.