Quarta ondata di Covid-19 in Italia? Crisanti ne è certo e spiega il perché

Quarta ondata di Covid-19 in Italia? «Se si osserva quello che è successo in Inghilterra, che secondo me è un’anticipazione di quanto succederà in Italia, considerando anche il fatto che il tasso di protezione della popolazione italiana è più basso di quello inglese, non è che ci vuole un’arte divinatoria per capire quello che succederà in Italia. Sta scritto nel grafico dell’Inghilterra».

Così Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, intervenuto ad Agorà Estate su Rai3.

«L’Inghilterra è passata nel giro di 40 giorni da mille casi a 50mila» al giorno, ha sottolineato l’esperto. Ed è solo «parzialmente vero», avverte, che non ci siano ripercussioni su ospedalizzazioni e decessi. «L’Inghilterra è passata da 2-3 morti a 50 morti al giorno e da 500 ricoveri a 2.500, in aumento».

Quindi attenzione a «una narrativa che è falsa – ha ammonito Crisanti – Con questo numero di casi, senza vaccino, l’Inghilterra avrebbe tranquillamente 700-800 morti al giorno. E comunque, se i casi in Inghilterra aumenteranno ancora, come probabilmente aumenteranno, avranno 100 morti al giorno».

Per Crisanti bloccare la trasmissione del virus Sars-CoV-2 «è fondamentale per impedire che ci troviamo a ottobre-novembre con la stessa situazione dell’altro anno. Noi abbiamo sprecato 6 mesi l’anno scorso e ci apprestiamo a sprecare altri 6 mesi quest’anno».

«Penso che sia sconcertante – ha osservato – dover assistere per la seconda volta all’aumento dei casi durante l’estate. Non abbiamo imparato nulla». «Bisogna capire – ha rimarcato il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova – a che cosa serve un lockdown», misura che «impone un grandissimo sacrificio alle persone perché diminuisce la qualità della vita in maniera drammatica».

Un lockdown «serve per guadagnare tempo, per creare tutte le misure necessarie a bloccare la trasmissione virale quando i casi sono diminuiti». E questo tempo, secondo Crisanti, rischiamo di sprecarlo di nuovo.

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