Perché facciamo gli incubi di notte? Uno studio lo ha scoperto

Ogni persona sogna in media 100 minuti a notte. Le emozioni provate in questi momenti, però, che ci sembrano reali, sono spesso negative, legate alla paura o all’ansia.

Lungi dall’essere piacevoli, questi incubi sono dovuti alla parte destra del cervello. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience il 15 aprile, questa parte sarebbe effettivamente responsabile dei nostri terrori notturni. Ricercatori finlandesi, svedesi e britannici hanno scoperto, osservando le disparità nell’attività cerebrale, che è la sede dei sentimenti negativi e della rabbia.

Emisfero destro e rabbia

Come si apprende da Topsante.com, il sonno di 17 volontari è stato analizzato per due notti. Sette uomini e dieci donne sane sono stati sottoposti all’encefalografia mentre dormivano. Gli scienziati hanno, quindi, osservato la loro asimmetria alfa frontale (AAF), vale a dire lo squilibrio tra l’attività delle due parti del cervello. Una volta che i partecipanti sono entrati in un momento del sonno dove si verificano i sogni (l’attività del cervello si avvicina a quella del risveglio), sono stati svegliati dopo cinque minuti e invitati a descrivere le emozioni.

Le persone “che avevano più attività cerebrale sul lato destro mentre dormivano hanno avvertito più rabbia nei sogni“, ha affermato Pilleriin Sikka, ricercatore all’Università di Turku (Finlandia) e autore dello studio.

Una valvola di decompressione

Lo studio ha mostrato che la rabbia si è avvertita una volta svegli e durante il sonno poteva essere governata dallo stesso meccanismo. “I nostri risultati mostrano che la rabbia nei sogni ha le stesse origini neurali di quella che ci influenza in uno stato di coscienza. Ciò significa che sembrano esserci processi cerebrali condivisi per le emozioni“, ha affermato Pilleriin Sikka. Inconsciamente, la corteccia frontale destra del cervello rende possibile, attraverso gli incubi, di ‘digerire’, come una valvola di decompressione, i sentimenti che sono troppo pesanti da trattare durante il giorno.

Sebbene condotto su un piccolo campione, questo lavoro potrebbe aiutare gli scienziati a capire come i dormienti gestiscono le emozioni quando hanno un incubo e a trattare i disturbi mentali legati al sonno (ansia, depressione o insonnia).

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