Nuova invenzione per la diagnosi del Parkinson: perché la scoperta è importante

Il morbo di Parkinson colpisce circa il 3 per 1000 della popolazione generale e circa l’1% di quella sopra i 65 anni. In Italia, si calcola che i malati siano circa 400mila.

Ad oggi, purtroppo, non esiste una cura per invertire o fermare la progressione di questa patologia. Gli esperti, però, hanno sviluppato un nuovo strumento di intelligenza artificiale per la diagnosi precoce del morbo di Parkinson. Lo riporta Maxisciences.com.

Come reso noto su Nature Medicine, questa nuova tecnologia è stata messa a punto dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) che hanno progettato uno strumento di intelligenza artificiale che permette di rilevare il morbo di Parkinson in una fase precoce grazie al respiro di un malato durante il sonno.

“Alcuni studi scientifici hanno dimostrato che i sintomi respiratori compaiono anni prima dei sintomi motori”, ha affermato Dina Katabi, una delle promotrici dello studio, in un comunicato stampa pubblicato su EurekAlert.

Grazie a questa invenzione, gli specialisti sperano di sviluppare trattamenti curativi, in particolare grazie alle attuali sperimentazioni cliniche.

Al di là della semplicità della diagnosi, il vantaggio di questa nuova invenzione è che non richiede alcuno sforzo da parte del paziente per arrivare a un risultato. Quest’ultimo potrebbe, in futuro, effettuare questa rilevazione anche da solo, a casa, senza nemmeno dover essere ricorrere a un medico.

Una diagnosi assai differente rispetto a quella già esistente, che richiede l’analisi del liquido cerebrospinale e l’imaging cerebrale. Esami pesanti e costosi che a volte possono scoraggiare la prevenzione.

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