Morbo di Parkinson, entro il 2050 i casi raddoppieranno: lo studio
Il morbo di Parkinson è una malattia complessa che richiede una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo per migliorare la qualità di vita dei pazienti. Con l'aumento dei casi previsti entro il 2050, è essenziale investire nella ricerca e nel supporto per affrontare questa crescente sfida sanitaria.
Il morbo di Parkinson è una patologia neurodegenerativa progressiva che colpisce il sistema nervoso centrale, in particolare le aree del cervello responsabili del controllo dei movimenti.
La malattia prende il nome dal medico britannico James Parkinson, che nel 1817 descrisse per la prima volta la condizione in un’opera intitolata “An Essay on the Shaking Palsy”.
Il Parkinson si manifesta principalmente con sintomi motori, ma può anche influire su altre funzioni cognitive ed emotive.

I sintomi
I sintomi del Parkinson sono generalmente suddivisi in due categorie principali: motori e non motori.
Sintomi motori
Tremore: è uno dei segni distintivi del Parkinson, e si manifesta come un tremore involontario, soprattutto nelle mani, a riposo.
Bradicinesia: si riferisce alla lentezza dei movimenti, che rende difficile eseguire anche le attività quotidiane.
Rigidità muscolare: i muscoli diventano più rigidi, limitando la mobilità e causando dolore.
Instabilità posturale: difficoltà a mantenere l’equilibrio e rischio maggiore di cadute.
Sintomi non motori
Disturbi del sonno: come l’insonnia o il risveglio frequente durante la notte.
Depressione e ansia: molti pazienti soffrono di cambiamenti emotivi significativi.
Difficoltà cognitive: problemi di memoria, attenzione e, nei casi avanzati, demenza.
Disturbi del linguaggio e della deglutizione: i pazienti possono avere difficoltà a parlare chiaramente o a deglutire.
Cause e fattori di rischio
La causa esatta del morbo di Parkinson non è completamente compresa, ma si ritiene che sia il risultato di una combinazione di fattori genetici e ambientali. La malattia è associata alla perdita di neuroni dopaminergici nel cervello, in particolare in una regione chiamata substantia nigra, che è cruciale per il controllo dei movimenti. Quando questi neuroni muoiono o diventano disfunzionali, si riduce la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che regola i movimenti.
Il raddoppio dei malati
Secondo diverse proiezioni, il numero di persone affette dal morbo di Parkinson è destinato a raddoppiare entro il 2050. Questo aumento è principalmente dovuto all’invecchiamento della popolazione globale. La malattia colpisce in modo prevalente gli anziani, con una maggiore incidenza nelle persone di età superiore ai 60 anni. Con l’aumento dell’aspettativa di vita e la crescente proporzione di persone anziane in molte parti del mondo, è prevedibile che il numero di malati aumenti considerevolmente.
Inoltre, i progressi nella diagnosi precoce e una maggiore consapevolezza della malattia potrebbero portare a una rilevazione più tempestiva dei casi, contribuendo a questo incremento. Le sfide legate a questa crescita includono la necessità di risorse sanitarie adeguate, supporto psicologico per i pazienti e le famiglie, e nuove strategie terapeutiche per rallentare o arrestare la progressione della malattia.

Lo studio e i dati
Entro il 2050 il Parkinson colpirà 25,2 milioni di persone in tutto il mondo: un aumento del 112% rispetto al 2021, ovvero più che doppio, in gran parte a causa dell’invecchiamento della popolazione. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista British Medical Journal e condotto nel dipartimento di neurologia del Tiantan Hospital di Pechino, in Cina, e che viene riportato da TGCOM24.
Il Parkinson è la malattia neurologica con il numero totale di casi e la disabilità in più rapida crescita. I ricercatori hanno utilizzato i dati del Global Burden of Disease Study 2021 per stimare la prevalenza della malattia di Parkinson in 195 Paesi e territori dal 2022 al 2050.
Dallo studio cinese è emerso che entro il 2050, vi sarà un aumento dei casi in tutte le regioni considerate, in particolare nei Paesi moderatamente sviluppati. I ricercatori prevedono che l’invecchiamento della popolazione sarà il principale motore (pesa per l’89% dei nuovi casi) di questo aumento, seguito dalla crescita demografica.
Stimano che la prevalenza della malattia di Parkinson per tutte le età raggiungerà 267 casi per 100.000 nel 2050 (243 per le donne e 295 per gli uomini), con un aumento del 76% rispetto al 2021. Si prevede che il maggior numero di casi si registrerà in Asia orientale (10,9 milioni), seguita dall’Asia meridionale (6,8 milioni), il minor numero di casi in Oceania, Australia e Nuova Zelanda. L’aumento più pronunciato dei casi sarà nell’Africa sub-sahariana occidentale (+292%, ovvero quasi 4 volte maggiore), mentre gli aumenti minori (+28%) sono previsti nell’Europa centrale e orientale, a causa della crescita demografica negativa. Si prevede che le persone di età superiore agli 80 anni avranno la prevalenza più alta (2087 casi per 100.000) nel 2050, mentre il divario di casi tra uomini e donne è destinato ad aumentare a livello globale da 1,46 nel 2021 a 1,64 nel 2050.
Infine, i ricercatori stimano che l’aumento dell’attività fisica potrebbe ridurre il numero futuro di casi di Parkinson.
“Necessari farmacie e terapie”
“È urgente che la ricerca futura si concentri sullo sviluppo di nuovi farmaci, tecniche di ingegneria genetica e terapie di sostituzione cellulare volte a modificare il decorso della malattia e a migliorare la qualità di vita dei pazienti”, concludono i ricercatori.
Una malattia assai complessa e una crescente sfida sanitaria
Il morbo di Parkinson è una malattia complessa che richiede una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo per migliorare la qualità di vita dei pazienti. Con l’aumento dei casi previsti entro il 2050, è essenziale investire nella ricerca e nel supporto per affrontare questa crescente sfida sanitaria. La comunità medica e scientifica sta lavorando costantemente per sviluppare terapie più efficaci e per capire meglio le cause di questa malattia, ma, al momento, la cura definitiva non è ancora disponibile.
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