Malattie sterilizzanti maschili e femminili, sapete quali sono?

Tante malattie possono avere effetti negativi sulla capacità di procreare. Ma quali sono? Trovate maggiori dettagli in questo articolo.

Malattie e fertilità

Sono diverse le malattie che possono inficiare la capacità di riprodursi, soprattutto quando esse non vengono diagnosticate e trattate per lungo tempo.

Ciò risulta vero sia per i maschi sia per le femmine. Per questo motivo è opportuno informare i giovani sull’argomento e sull’impatto che determinati comportamenti e abitudini hanno sulla fertilità. Tra questi troviamo, ad esempio, il fumo, l’alcol, le droghe, ma anche l’inquinamento ambientale.

Malattie sterilizzanti maschili

Alessandro Palmieri, presidente SIA (Società Italiana di Andrologia) al Corriere della Sera ha affermato che: “Ci sono malattie congenite come la sindrome di Klinefelter, che se riconosciuta presto consente però di intervenire in modo da avere una chance riproduttiva, oppure situazioni come la mancata discesa dei testicoli, che è innocua sulla fertilità solo se gestita entro i due anni di vita. Due esempi che illustrano come la rapidità di diagnosi sia quasi sempre dirimente per il futuro: in linea di massima prima si individua un problema, più possibilità ci sono di agire per evitarne o ridurne le conseguenze sulla fertilità”.

In adolescenza, invece, il rischio maggiore per l’infertilità maschile è il varicocele, ovvero la dilatazione delle vene del testicolo che può compromettere a qualità degli spermatozoi.

“Se il varicocele viene individuato attraverso i controlli in infanzia o in adolescenza è sufficiente un semplice intervento per eliminarlo e non correre rischi, aggiunge Palmieri.

Anche le malattie sessualmente trasmissibili rappresentano una minaccia perché provocano un’alterazione dell’ambiente in cui gli spermatozoi sono prodotti. Questa situazione, a lungo andare, può compromettere la capacità riproduttiva.

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Malattie sterilizzanti femminili

Secondo Anna Maria Fulghesu, presidente Sigia, è importante valutare nelle ragazze un possibile ritardo della pubertà, poiché “potrebbe essere indicativo di malattie come la sindrome di Turner, una patologia congenita che ha l’infertilità fra le sue manifestazioni ma sulla quale è possibile intervenire per migliorare la qualità di vita; altrettanto necessario valutare l’eventualità di un’endometriosi, anche se non è semplice diagnosticarla già nelle ragazzine vista la diffusione del dolore mestruale”.

L’ovaio policistico è un’altra di quelle patologie che può avere effetti negativi sulla fertilità.

“Scegliere un medico che abbia una specifica esperienza nella ginecologia dell’infanzia e del l’adolescenza può essere utile ad affrontare presto e bene tutto ciò che potrebbe minacciare la fertilità nelle ragazzine, per questo la Sigia pubblica sul suo sito web (www.sigia.it) un elenco dei centri dove è possibile trovare competenze specifiche. Per esempio, se una bambina soffre di diabete di tipo 1 è necessario agire per preservare la funzione renale, fin dall’infanzia, in modo da tutelare le possibili gravidanze future; altrettanto necessario che il medico informi le giovani in tema di malattie sessualmente trasmesse, che spesso vengono contratte nei primi rapporti sessuali e sono l’altra seria minaccia alla fertilità femminile. Il batterio Clamydia, per esempio, si stima presente nel 13 per cento degli uomini e nel 6 per cento delle donne e non è quindi improbabile essere contagiate: è un’infezione facilmente risolvibile con antibiotici, ma di rado dà sintomi e purtroppo negli anni, restando nell’organismo, può danneggiare le tube uterine fino a provocarne la chiusura, comportando gravidanze extrauterine o l’impossibilità ad avere figli”, conclude Fulghesu.

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