I 6 segnali che i tuoi reni stanno soffrendo e potresti non saperlo
Una minaccia silenziosa: la malattia ai reni è tra le prime dieci cause di morte nel mondo
È una delle patologie più sottovalutate, ma anche tra le più pericolose. La malattia renale cronica, secondo una ricerca pubblicata su The Lancet, è diventata nel 2023 la nona causa di morte a livello globale, con 1,48 milioni di decessi solo in quell’anno.

Questo disturbo si sviluppa lentamente, nel corso di mesi o anni, e compromette in modo progressivo la capacità dei reni di filtrare le scorie dal sangue. Una condizione spesso silenziosa, ma con danni permanenti, che può arrivare a richiedere dialisi o trapianto se non intercettata in tempo.
Indice dell'articolo
- 1 Cos’è la malattia renale cronica
- 2 Quante persone sono colpite?
- 3 I principali fattori di rischio da conoscere
- 4 Attenzione ai sintomi più comuni
- 5 Perché è così letale?
- 6 Cosa puoi fare per proteggerti
- 7 La situazione in Italia: numeri in crescita e impatto sanitario
- 8 Terapie innovative e nuove prospettive
- 9 Lo sapevi che…?
- 10 Domande frequenti
Cos’è la malattia renale cronica
È una condizione degenerativa in cui la funzionalità renale si riduce gradualmente. Anche se i reni possiedono una buona capacità di compenso, il danno, una volta avviato, è irreversibile.
Nel 2023, secondo i dati dello studio, questa patologia ha causato l’11,5% delle morti per malattie cardiovascolari nel mondo. Un dato che dimostra quanto i reni siano legati alla salute generale, in particolare al cuore.
Quante persone sono colpite?
A livello globale, si stima che 788 milioni di adulti convivano con una forma di malattia renale cronica. Tra il 1990 e il 2023, i tassi di mortalità legati a questa patologia sono aumentati del 6,1% — in controtendenza rispetto ad altre principali cause di morte, che invece mostrano un calo. Solo il diabete e l’Alzheimer condividono questo andamento in crescita.
I principali fattori di rischio da conoscere
Tra le cause più comuni che aumentano il rischio di sviluppare malattia renale cronica, troviamo:
- Diabete: causa principale a livello mondiale. L’eccesso di zuccheri danneggia i piccoli vasi dei reni.
- Ipertensione: la pressione alta affatica i vasi renali e accelera il danno.
- Obesità (IMC elevato): costringe i reni a lavorare di più.
- Malattie cardiache: chi ne soffre ha più probabilità di sviluppare insufficienza renale.
- Età avanzata: il rischio cresce con gli anni.
- Familiarità: la predisposizione genetica ha un ruolo importante.

Attenzione ai sintomi più comuni
Nelle fasi iniziali, i sintomi possono essere assenti. Tuttavia, man mano che la malattia avanza, compaiono segnali che non vanno ignorati:
- Minzione frequente di notte: i reni non riescono più a concentrare l’urina.
- Stanchezza cronica: spesso legata ad anemia da insufficienza renale.
- Gonfiore a gambe, caviglie o piedi: dovuto alla ritenzione di liquidi.
- Nausea e vomito: causati dall’accumulo di tossine nel sangue.
- Prurito diffuso: fastidio tipico nelle fasi avanzate.
- Difficoltà respiratorie: segno di liquido nei polmoni per scompenso cardiaco.
Perché è così letale?
Oltre ai danni diretti ai reni, la malattia renale cronica aggrava altre condizioni, come infarti, ictus e scompenso cardiaco. Spesso viene diagnosticata troppo tardi, quando la funzionalità renale è già gravemente compromessa.
Cosa puoi fare per proteggerti
La buona notizia è che la progressione della malattia si può rallentare, e in molti casi prevenire:
- Controlla la glicemia e la pressione arteriosa regolarmente.
- Segui una dieta equilibrata, povera di sale e zuccheri.
- Fai attività fisica e mantieni un peso sano.
- Evita il fumo e l’uso eccessivo di farmaci da banco (soprattutto antinfiammatori).
- Fai analisi di routine, soprattutto se hai familiarità o altri fattori di rischio.
Una diagnosi precoce può fare la differenza tra una vita attiva e la dipendenza dalla dialisi.
La situazione in Italia: numeri in crescita e impatto sanitario
In Italia circa quattro milioni di persone convivono con una malattia renale cronica, pari al 10% della popolazione adulta; una percentuale che sale oltre il 15% negli over 70 e che tende a crescere per effetto dell’invecchiamento demografico. Ogni anno oltre 70.000 pazienti arrivano alla dialisi o al trapianto di rene, con costi sanitari e sociali elevati: la dialisi rappresenta infatti una delle spese più gravose per il Sistema Sanitario Nazionale, sia in termini economici che per l’impatto sulla qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. Questa “epidemia silenziosa” rischia di diventare nei prossimi decenni una delle principali cause di morte e disabilità in Italia, soprattutto se si considera che molti casi vengono diagnosticati quando la compromissione è già avanzata.
Terapie innovative e nuove prospettive
Negli ultimi anni sono emerse terapie più efficaci che possono rallentare la progressione della malattia renale cronica e ridurre il rischio di complicanze cardiovascolari. Tra queste, i nuovi farmaci inibitori SGLT2, originariamente sviluppati per la cura del diabete, hanno dimostrato notevoli benefici anche nei pazienti renali, tanto che sono ora rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale e prescrivibili dal medico di base. L’adozione diffusa di questi trattamenti, insieme a una maggiore attenzione ai controlli precoci e a sani stili di vita, rappresenta una delle leve più promettenti per contenere l’impatto della malattia e migliorare le prospettive di vita dei pazienti italiani.

Lo sapevi che…?
- I reni filtrano circa 180 litri di sangue al giorno.
- La funzione renale si può misurare con semplici esami: creatinina e GFR.
- Il danno renale irreversibile può restare asintomatico per anni.
Domande frequenti
Chi deve controllare la funzione renale?
Chi soffre di diabete, ipertensione, obesità, ha più di 60 anni o ha casi in famiglia.
Come si diagnostica la malattia renale?
Con esami del sangue e delle urine (GFR, creatinina, albuminuria).
La malattia renale cronica si può guarire?
No, ma può essere gestita e rallentata con terapie, dieta e stili di vita sani.
Quando serve la dialisi?
Solo nelle fasi terminali, quando la funzione renale è inferiore al 10-15%.





