Lopalco: “Convivere con il virus significa accettare nuove infezioni”

«Il problema comunicativo principale è dietro il termine: dobbiamo convivere col virus. Che significa? La gente lo ha capito? Significa accettare casi di infezione, casi che generino malattia e accettare che delle persone debbano andare in ospedale e essere curate«.

Così l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, responsabile dell’emergenza in Puglia, intervenendo ad Agorà su Rai 3.

«Dobbiamo spiegare bene cosa significa ‘convivere con il virus’. Significa accettare che la curva epidemica riparta e che possa eventualmente esser rimessa sotto controllo con altre misure di restrizione», ha aggiunto l’esperto.

Alla domanda su quale livello di casi di malattia possiamo considerare come ‘accettabile’, risponde: «Non possono rispondere gli epidemiologi, io posso spiegare che significa. Sta alla politica stabilire il livello di circolazione accettabile del virus». Ma non dobbiamo dimenticare, ha proseguito, che «quando in Puglia nel bollettino comunichiamo 40 casi invece che 20 c’è una reazione isterica da parte di tutti, anche solo per 20 casi asintomatici».

CHIESE E MESSE

Sulla possibilità di andare in chiesa. Lo Palco ha detto: «Bisogna essere cauti, non fare un divieto tout court ma studiare bene la situazione». Si tratta, infatti, «di interpretare cosa significa: perché partecipare a una messa affollata e poi andare a casa, sono d’accordo che sia la stessa cosa che andare allo stadio. Ma pensare a una riapertura di chiese in cui entrano dieci persone per volta e si siedono distanziate fra loro, è un’altra».

Si tratta di un tema delicato perché implica «aspetti complessi come l’eucarestia: come si può fare in sicurezza? Non so se la Cei pensa a modificare il rito religioso pensando a misure per ridurre il rischio infettivo. Bisogna poi considerare che le chiese sono frequentate soprattutto da persone anziane, che sono quelle che dobbiamo più proteggere».

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