La liquirizia fa male alla salute? La scoperta inquietante di uno studio

La liquirizia potrebbe essere un pericolo non solo per i cardiopatici ma anche per chi gode di buona salute. Scopri perché.

Secondo uno studio, la liquirizia non è affatto benefica per la nostra salute. Lo riporta MaxiSciences.com. Continua a leggere per scoprire perché.

Image by Herbert Aust from Pixabay

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Liquirizia: cattiva e pericolosa?

Questa prelibatezza tanto amata dai nostri nonni potrebbe essere pericolosa se consumata in quantità eccessive. Questo, comunque, vale per tutte le bevande, dolci o altro.

Se già da tempo sappiamo che problemi cardiaci e liquirizia non vanno di pari passo, un nuovo studio ha appena confermato gli effetti nocivi di questa caramella, anche per le persone in perfetta salute.

Pressione arteriosa e ritenzione idrica

Secondo la testimonianza di diversi medici canadesi nel 2019: “Se consumati in eccesso, i prodotti contenenti l’estratto di radice di liquirizia possono aumentare la pressione sanguigna e causare ritenzione idrica e diminuire i livelli di potassio“.

E questo può essere particolarmente pericoloso per le persone con problemi cardiaci.

Uno dei pazienti dei medici coinvolti nello studio, affetti da ipertensione, è stato ricoverato d’urgenza. Il motivo: le due tazze di tè alla liquirizia che beveva ogni giorno. Ma la tossicità della liquirizia andrebbe ancora oltre secondo l’Agenzia Nazionale di Sicurezza Sanitaria francese (ANSES).

Rischio tossicità

Infatti, dopo aver individuato molti casi di avvelenamento tra il 2012 e il 2021, 64 per la precisione, comprese le persone senza anamnesi al cuore, l’agenzia ha lanciato l’allarme.

“Il consumo regolare e in grandi quantità di alimenti contenenti liquirizia può portare a gravi intossicazioni (…) anche in persone sane che non hanno mai sofferto di ipertensione“, ha dichiarato l’ANSES.

caramella-liquirizia

Coinvolto il livello di potassio

La colpa è della glicirrizina, uno dei componenti della radice, presente in molti prodotti e bevande alcolice. Un motivo in più per ridurne il consumo.

ANSES indica in particolare che, nel 42% dei casi di avvelenamento, i pazienti hanno manifestato sintomi molto preoccupanti come ipertensione e problemi cardiaci.

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