Impianto cerebrale dona l’udito a un bimbo di due anni: operazione unica in Italia

A otto mesi dall’intervento, sotto costante controllo logopedico e dopo un lungo processo di regolazione dei parametri elettrici, il bambino ha iniziato a riconoscere i suoni, mostrando anche un miglioramento nella qualità della produzione vocale e nella comunicazione.

Un bambino di due anni, nato senza nervi uditivi (assenza bilaterale dei nervi acustici), ha riacquistato la possibilità di sentire grazie a un intervento chirurgico eccezionale eseguito all’Ospedale Maggiore di Parma.

Impossibile utilizzare un impianto cocleare

Questa condizione, rarissima e particolarmente grave, rendeva impossibile l’utilizzo del più comune impianto cocleare, che richiede la presenza di almeno uno dei nervi acustici per funzionare.

Impiantato un dispositivo uditivo nel tronco dell’encefalo

L’operazione, considerata una delle frontiere più avanzate della medicina e dell’ingegneria biomedica, ha permesso di impiantare un dispositivo uditivo direttamente nel tronco dell’encefalo, a contatto con il nucleo cocleare, una regione cerebrale estremamente delicata e vicina a centri nervosi vitali. La placca impiantata misura 2,5 x 6 mm e supporta 21 elettrodi, che sono stati posizionati con precisione millimetrica grazie alla collaborazione tra il dottor Maurizio Falcioni, responsabile della struttura di Otoneurochirurgia e Microchirurgia della base cranica laterale del Maggiore, e il dottor Maurizio Guida, elettrofisiologo dell’Università di Parma.

Creata una “mappa cerebrale acustica”

L’attivazione dell’impianto è stata una fase particolarmente complessa, svolta in sala operatoria con il paziente in anestesia generale: attraverso una serie di stimolazioni e registrazioni neurali, è stato possibile individuare gli elettrodi in grado di evocare una sensazione acustica, creando così una “mappa cerebrale acustica” nel cervello del bambino. Questo processo è ancora più delicato nei pazienti così piccoli, che non possono fornire feedback diretto sulle loro sensazioni.

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Il bambino ha iniziato a riconoscere i suoni

A otto mesi dall’intervento, sotto costante controllo logopedico e dopo un lungo processo di regolazione dei parametri elettrici, il bambino ha iniziato a riconoscere i suoni, mostrando anche un miglioramento nella qualità della produzione vocale e nella comunicazione. I medici sottolineano che l’impianto dovrebbe consentire al piccolo un miglioramento sia della possibilità di comunicare con gli altri che dello sviluppo cognitivo.

Un intervento raro a livello mondiale

L’intervento è considerato raro a livello mondiale, possibile solo in centri altamente specializzati dove convergono esperienza, tecnologia e competenze multidisciplinari. Il successo dell’operazione è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione di neuroradiologia, anestesia pediatrica, terapia intensiva pediatrica e pediatria.

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