I muesli industriali fanno davvero bene alla salute? Cosa dice uno studio

I muesli venduti in commercio hanno generalmente un’immagine sana e salutare.

Secondo una rivista francese – Que Choisir – che ha testato 22 tipi di muesli acquistati in supermercati, negozi biologici e internet, la prima lezione da imparare è che bisogna non preferire quelli croccanti.

Questi ultimi avrebbero, infatti, un contenuto di grassi elevato per via del loro metodo di fabbricazione.

Un’altra preoccupazione sottolineata dallo studio è la presenza dello sciroppo di glucosio o dell’estratto di malto d’orzo. Lo sciroppo di glucosio, infatti, causerebbe picchi di zucchero nel sangue più elevati rispetto allo zucchero bianco, un fattore di obesità a medio termine.

L’estratto di malto d’orzo, invece, utilizzato per addolcire, può anche essere aggiunto per cambiare il colore o la consistenza di un prodotto.

Lo studio della rivista francese denuncia anche l’aggiunta di inulina in alcuni muesli studiati. È un carboidrato amidaceo e di solito deriva dalla cicoria: l’inulina dovrebbe arricchire il muesli con la fibra.

Già considerata una buona fonte di fibre grazie ai cereali integrali e alla frutta secca, l’interesse per l’aggiunta di questo ingrediente nella composizione del muesli non sembra ovvio. Soprattutto perché su questo prodotto ci sarebbero dei dubbi: mentre alcuni studi sottolineano che promuove il corretto funzionamento dell’intestino, altri lavori preliminari sono preoccupati per un effetto cancerogeno sui roditori.

Poi, è stato appurato che, nonostante i produttori evidenzino sulla loro confezione la presenza di frutta, la quantità è spesso molto bassa nelle confezioni di muesli, di solito dell’ordine del 3% e spesso inferiore.

Le analisi di Que Choisir hanno anche riscontrato che per alcuni prodotti c’erano differenze significative tra il valore indicato e la quantità effettiva di frutta trovata dal laboratorio.

Originario della Svizzera, il muesli è nato all’inizio del XX secolo grazie al nutrizionista Bircher-Benner. Una ricetta direttamente ispirata al pasto dei pastori svizzeri che decise di proporre ai pazienti della sua clinica. Gli ingredienti erano originariamente: grano macinato nel latte con miele e mela o addirittura noci a seconda della stagione. Quindi, originariamente non c’era traccia di uzzhero o di altri additivi.

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