Dormi meno di 5 ore a notte? Rischi di sviluppare queste gravi malattie

Un nuovo e ampio studio dimostra che le persone di età pari o superiore a 50 anni che dormono cinque ore o meno di notte hanno un rischio maggiore di sviluppare più malattie croniche mentre invecchiano rispetto ai coetanei che dormono di più. Lo riporta la CNN.

Lo studio, pubblicato ieri, martedì 18 ottobre, sulla rivista PLOS Medicine, ha esaminato più da vicino un gruppo di quasi 8mila dipendenti pubblici del Regno Unito che non avevano malattie croniche all’età di 50 anni.

Gli scienziati hanno chiesto ai partecipanti di riferire sulla durata del sonno notturno ogni 4/5 anni per i prossimi 25 anni.

Per coloro il cui sonno è stato monitorato all’età di 50 anni, le persone che hanno dormito cinque ore o meno per notte hanno affrontato un rischio maggiore del 30% di sviluppare più malattie croniche nel tempo rispetto a coloro che hanno dormito almeno sette ore per notte. A 60 anni il rischio era aumentato del 32% e a 70 il rischio era del 40%.

Le malattie per le quali c’era un rischio più elevato sono state le seguenti: diabete, cancro, malattia coronarica, ictus, insufficienza cardiaca, broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattia renale cronica, malattie del fegato, depressione, demenza, disturbi mentali, Parkinson e artrite.

Altre ricerche hanno dimostrato che gli adulti che non dormono a sufficienza, circa dalle sette alle nove ore per notte, hanno maggiori possibilità di sviluppare malattie croniche che comprendono anche obesità e ipertensione, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC).

A differenza di altri studi, il nuovo studio non ha riscontrato che coloro che hanno dormito più di nove ore avevano problemi di salute ma poche persone nello studio hanno dormito così tanto e ciò potrebbe avere influenzato i risultati.

Lo studio presenta alcune limitazioni aggiuntive. La maggior parte dei soggetti erano uomini bianchi e solo circa un terzo erano donne.

I ricercatori hanno affermato che i dipendenti pubblici tendono anche ad essere un po’ più sani della popolazione generale. E lo studio si è basato su dati auto-riferiti, considerati meno affidabili rispetto a un’osservazione diretta.

“La breve durata del sonno nella mezza età e nella vecchiaia è associata a un rischio più elevato di insorgenza di malattie croniche e multimorbilità – ha concluso lo studio – Questi risultati supportano la promozione di una buona igiene del sonno sia sulla prevenzione primaria che secondaria, prendendo di mira le condizioni comportamentali e ambientali che influenzano la durata e la qualità del sonno”.

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