Coronavirus, la bufala pericolosa sulle antenne 5G

In questi mesi di emergenza per il Coronavirus, abbiamo visto venire a galla numerose fake news, per fortuna prontamente smontate dalla scienza ma comunque molto pericolose per la salute pubblica. Tra queste, spicca senza dubbio il collegamento, assolutamente privo di fondamento, tra il SARS-CoV-2 e il 5G. Come mai si tratta di una bufala pericolosa? Nelle prossime righe, cerchiamo di rispondere assieme a questa domanda.

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SARS-CoV-2  e 5G: gli incendi in Gran Bretagna

La bufala del collegamento tra il 5G e il SARS-CoV-2 ha provocato non pochi problemi. Per rendersene conto basta ricordare che, in UK, si sono verificati diversi incendi dolosi ad antenne e centraline. I roghi sono stati applicati a Birmingham, a Liverpool e, dopo alcuni giorni, anche in alcune città dell’Irlanda del Nord.

Cosa dicono le teorie complottiste? In queste ultime settimane sono state principalmente due. La prima chiama in causa un fantomatico indebolimento del sistema immunitario causato dalle antenne dei cellulari di ultima generazione.

La seconda, invece, parla di una maggior diffusione dei batteri e dei virus favorita proprio dalle reti 5G. Sia in questo caso, sia in quello citato precedentemente, alla base c’è il tabloid Daily Star, che ha citato diversi studi oggetto di controversie a livello internazionale.

A sottolineare il fatto che si tratta di una bufala ci ha pensato prima di tutto il Ministero della Salute che, sul suo sito ufficiale, ha specificato che, secondo gli studi effettuati fino ad oggi, non esiste alcun collegamento tra 5G e Coronavirus.

A dire la sua in merito a queste bufale ci ha pensato anche Roberto Burioni che, dallo studio di Che Tempo che Fa, trasmissione dove è ormai ospite fisso, ha smontato la fake news con la frase “Il 5G non contribuisce alla diffusione del contagio, serve a diffondere la voce”.

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