Coronavirus, il virologo Palù: “Commessi errori in Lombardia”

«Oggi iniziamo uno studio molto importante sulla siero-prevalenza, per capire la distribuzione e se esiste un’immunità specifica al virus».

Lo ha detto il virologo Giorgio Palù, intervistato dal Corriere della Sera, specificando come la prevalenza «può darci indicazioni su quanto durerà l’epidemia da coronavirus e su come proteggerci dal contagio di ritorno che in futuro sarà il vero problema».

Per fare tutto questo, ha aggiunto Palù, è necessario «mappare in fretta i soggetti asintomatici che sono o non sono venuti a contatto con il virus».

Secondo il virologo, inoltre, ci sarebbero stati degli errori commessi in Lombardia, dove ci sarebbe stato un ricorso eccessivo all’ospedalizzazione, ricoverando «il 60 per cento dei casi confermati» e con il risultato di «esaurire presto i posti letto. Nessuno si è ricordato la lezione della Sars che è un virus nosocomiale, così come lo è il Covid-19. A diffusione ospedaliera. La scelta della Lombardia di trasferire i malati dall’ospedale di Codogno, che era il primo focolaio, ad altre strutture della regione, si è rivelata infelice, e molto perché ha esportato il contagio, senza per altro che venisse monitorato subito il personale medico. Hanno agito sull’onda emotiva. Tutti dentro. Invece dovevano tenerne fuori il più possibile. Qualcuno non ha capito che questa non è un’emergenza clinica e di assistenza ai malati, ma di sanità pubblica».

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Non si è fatta attendere la replica del governatore della Lombardia, Attilio Fontana: «Credo che gli scienziati dovrebbero fare gli scienziati e dovrebbero sempre spogliare i panni di chi vuole prendere parte a una competizione».

«Noi – ha detto Fontana – abbiamo ricoverato la gente che doveva essere ricoverata o andare in rianimazione. Altrimenti la lasciavamo morire. Non mi sembra che ci fossero molte alternative e mi sembra che la stessa cosa venisse fatta ovunque. È chiaro che se si tratta di malati non gravi, evitiamo di ricoverarli, noi abbiamo ricoverato quelli che non si poteva fare a meno. Credo che bisognerebbe conoscere bene le cose prima di cominciare a dare dei giudizi così netti».

L’aumento dei morti rispetto agli anni scorsi, ha aggiunto il governatore, è dovuto «ai contagi» del coronavirus «che qualcuno di questi scienziati aveva definito un’influenza. Ci si dimentica di chi aveva lanciato l’allarme e veniva preso per cretino o razzista».

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