Coronavirus: ci sono punti in comune con una malattia genetica?

La risposta immunitaria eccessiva sviluppata dai pazienti che si ammalano di Covid-19 andando incontro a sintomi pesanti presenta, per certi versi, dei punti in comune con una malattia genetica, la sindrome SAVI. Per questo motivo, gli esperti pensano che il virus possa non essere l’unica causa della cosiddetta tempesta di citochine con la quale hanno a che fare i pazienti che vivono in maniera grave il Coronavirus.

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Coronavirus e sindrome SAVI: ecco cosa sapere

Come abbiamo imparato in questi mesi di emergenza, la maggior parte delle persone che viene colpita dal Coronavirus sviluppa sintomi lievi. Circa il 5%, invece, viene ricoverato in terapia intensiva in condizioni gravi.

Le patologie associate e l’età avanzata complicano senza dubbio la situazione. Anche il sistema immunitario, però, sembra coinvolto. Circa una settimana dopo l’insorgenza dei sintomi, infatti, si assiste alla già ricordata risposta accentuata.

La sopra citata tempesta di citochine è associata a una riduzione di altri marcatori di risposta alle infezioni, come per esempio gli interferoni. Ricordiamo altresì la possibilità di trovare il virus nelle cellule del sangue dei pazienti che soffrono di forme gravi.

La risposta immunitaria molto particolare è molto simile, come sopra ricordato, alla vasculopatia del bambino STING-correlata o sindrome SAVI, una malattia genetica rara che provoca una sindrome polmonare.

Questa osservazione ha portato gli esperti di un team dell’Imagine Institute di Parigi a collaborare con i medici dell’Ospedale Cochin di Parigi con l’obiettivo di utilizzare le conoscenze già esistenti sulla sindrome SAVI per aiutare la gestioen dei pazienti affetti da nuovo Coronavirus.

Punti in comune tra Covid-19 e sindrome di SAVI

I pazienti affetti da sindrome SAVI sono affetti da una mutazione dello stimolatore dei geni dell’interferone che porta a un eccesso di citochine infiammatorie. Le loro risposte antivirali possono avere diversi punti in comune con quelle dei pazienti Covid-19. Per verificare questa ipotesi, i medici del Cochin Hospital di Parigi stanno lavorando su alcuni campioni di sangue prelevati da pazienti ricoverati nel reparto Covid.

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