Colesterolo alto e vaccino anti Covid-19, ci sono delle controindicazioni?

Quello che ci siamo chiesti è se le persone che hanno il colesterolo alto hanno maggiori rischi nel sottoporsi al vaccino anti Covid-19 e se esiste un vaccino più indicato di altri.
Non saremo noi a rispondere ma riporteremo quanto affermato dal Dr. Martino Pengo – medico del Centro Ipertensione di Auxologico San Luca, specialista in medicina interna e ricercatore – su auxologico.it.

1. Le persone con il colesterolo alto possono fare il vaccino anti Covid-19?

Questa è la prima domanda posta al Dr. Martino Pengo che afferma: ‘No, i pazienti ipertesi che siano in terapia farmacologica o meno, non presentano alcuna controindicazione alla vaccinazione anti SARS-CoV-2. Inoltre non vi è alcuna evidenza che i pazienti ipertesi che sono stati sottoposti a questo vaccino negli studi registrativi abbiano avuto maggiori effetti collaterali rispetto ai pazienti non ipertesi’.

2. Esiste un vaccino più indicato di altri a cui sottoporsi?

No, i vaccini anti SARS-CoV-2, pur essendo strutturalmente diversi tra di loro, allo stato attuale delle conoscenze presentano un profilo di sicurezza simile e pertanto non esiste un vaccino da preferire per la popolazione di soggetti affetti da ipertensione arteriosa.

3. Le persone ipertese hanno maggiore probabilità di contrarre il coronavirus?

Quello che sappiamo al momento è che il coronavirus si serve di particolari recettori, chiamati ACE2, che sono coinvolti anche in meccanismi di regolazione cardio-vascolare.

Anche i farmaci per l’ipertensione agiscono sul recettore ACE2.

È stato suggerito che i soggetti ipertesi possano essere più a rischio di infezione da SARS-CoV-2 proprio per l’elevata espressione di questo recettore ACE2.

Tuttavia un ruolo diretto dell’ipertensione arteriosa come fattore di rischio per elevata suscettibilità all’infezione da SARS-CoV-2 non è stato dimostrato; anzi la maggior parte degli studi disponibili non mostra alcun effetto negativo dei farmaci antiipertensivi.

Addirittura, studi recenti suggeriscono che questi farmaci siano protettivi nel ridurre la mortalità, soprattutto nei pazienti anziani.

Fonte: auxologico.it

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