“Putin è uno psicopatico carismatico”, cosa significa?

Vincenzo Caretti, psicologo clinico e psicoanalista, ha parlato della figura del leader russo ai microfoni del Messaggero. Il Professore afferma: “Putin è uno psicopatico carismatico”. Maggiori dettagli in questo articolo.

Putin e tratti di personalità

Il Professore Vincenzo Caretti, docente di Psicologia Dinamica presso la LUMSA di Roma, ha recentemente rilasciato un’intervista per il Messaggero, in cui parla della figura del leader russo, Vladimir Putin.

Lo psicoanalista afferma che: “Putin è perfettamente capace di intendere e di volere, dunque è da escludere qualsiasi disturbo di natura psichiatrica. Piuttosto, sono il suo comportamento sociale, il linguaggio che usa, i movimenti del corpo, la glacialità dello sguardo, che lasciano intravedere tratti di personalità non patologici ma comunque sintomo di una certa alterazione.”

Caretti definisce Putin come uno psicopatico carismatico.

“Guardiamo il suo comportamento: uno sfrenato senso di sé e di onnipotenza, l’assoluta assenza di senso della misura in ordine alla propria autostima che sfocia nel narcisismo, nell’esaltazione del mito dello zar in cui lui stesso si identifica, nel culto della propria invincibilità fisica rimbalzata dalle immagini che lo ritraggono come esperto di judo. E tutto questo rafforzato da una sostanziale anaffettività e incapacità di provare qualsiasi senso di colpa.”

“Uno dei tratti tipici di questo comportamento è la assoluta mancanza di empatia associata al rigetto di qualsiasi assunzione di responsabilità per gli effetti e le conseguenze delle proprie azioni. Il tutto avviene senza i segni di alcuna sofferenza psichica e, dunque, di patologia. È il costrutto di un evidente disimpegno morale.”, continua lo psicologo.

“È possibile che abbia potuto assumere psicofarmaci che sono fra quelli di maggiore impiego al mondo. Quello che emerge con una certa evidenza è la trasposizione psicosomatica di un soggetto in tensione, con una personalità respingente e manipolatrice, una tensione che si esprime anche con il continuo ricorso alla minaccia”.

Per quanto riguarda i possibili effetti del long Covid sul leader russo, Caretti afferma che: “Non c’è dubbio che la pandemia abbia determinato effetti psicologici ma, attenzione, in Putin questo elemento non ha prodotto il rifugio in una realtà parallela bensì l’esasperazione di un senso di grandiosità e invulnerabilità”.

Quello di Putin è “un comportamento tipico degli ipocondriaci: in letteratura sono descritte queste tipologie comportamentali tipiche per esempio dei serial killer: tutti mostrano una personalità apparentemente invincibile e inscalfibile, incapace di provare ansia, paura, rimorso. E magari, senza che ne siano consapevoli, qualche cambiamento avviene nella loro stessa fisicità o corporeità. Guardare oggi una foto di Putin fa venire in mente proprio questo”.

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