Calcoli renali: come eliminarli? I consigli

Come eliminare i calcoli renali? Sono tantissime le persone che si pongono questa domanda. I numeri che li riguardano, infatti, sono sempre più alti. Come sottolineato da diversi esperti, circa una donna sua dieci e più o meno un uomo su venti hanno a che fare, nel corso della loro esistenza, con il problema della calcolosi renale.

Nel momento in cui si presenta, può risultare profondamente fastidioso. Ecco perché, come accennato nelle righe precedenti, è normale chiedersi come affrontarlo. Nelle prossime righe, cercheremo di capire qualcosa di più in merito.

Non essendo i nostri contenuti di natura medica ma solo divulgativa, ti esortiamo come sempre a contattare il tuo specialista di fiducia o il medico di medicina generale nel caso in cui dovessero venirti dubbi sul tuo stato di salute.

calcoli renali

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Cosa sono i calcoli renali

Prima di capire cosa bisogna fare per eliminare i calcoli renali, vediamo bene di cosa si parla nel momento in cui li si chiama in causa. I calcoli renali sono dei cristalli presenti nelle urine che, una volta raggiunta una determinata soglia, si aggregano formando delle piccole sfere, i calcoli appunto. Questi ultimi, nel momento in cui fanno la loro comparsa in zone dell’apparato urinario come l’uretra, possono provocare un forte dolore. Alla luce di ciò, è normale farsi domande su come eliminarli. Scopriamolo assieme nel prossimo paragrafo.

calcoli renali

Come risolvere il problema della calcolosi renale

Quando si parla di consigli per eliminare i calcoli renali, è bene concentrarsi innanzitutto sullo sfatare alcuni luoghi comuni, in particolare quello che consiglia, nel caso in cui dovesse presentarsi la calcolosi renale, di bere.

Come mai è bene non esagerare con l’acqua quando si ha a che fare con i calcoli renali? Perché, a causa della necessità di superare un’ostruzione, nell’uretra è presente una situazione di pressione accentuata dell’urina. Il rischio, incrementando troppo l’apporto idrico, è quello di peggiorare la situazione e di riuscire sì a spingere fuori il calcolo, ma di provocare, nel contempo, una rottura delle vie urinarie.

Chiarita questa doverosa premessa ricordiamo che la dimensione è un fattore chiave per la decisione relativa al trattamento dei calcoli renali. Nei casi in cui questi ultimi sono sotto i 7 mm, lo specialista prescrive al paziente farmaci finalizzati a favorire la loro naturale espulsione.

Una situazione che richiede un approccio diverso è invece quella che vede in primo piano la presenza di calcoli formati da ossalato di calcio – nel caso in cui in primo piano c’è l’acido urico, il quadro si rivela decisamente meno ostico da gestire – e situati nell’uretra.

In questi frangenti, il gold standard è la chirurgia mini invasiva. In cosa consiste? Nel ricorso a strumenti come le fibre ottiche, grazie alle quali è possibile passare attraverso l’uretra e la vescica, provocando successivamente la polverizzazione dei calcoli tramite il laser. Questa tecnica, che non prevede l’esecuzione di incisioni chirurgiche importanti, porta, nella maggior parte delle situazioni, alla necessità di una notte di degenza.

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