Benzodiazepine: come si usano? Quali sono gli effetti collaterali?

Stai attraversando un momento di forte ansia e agitazione, forse hai perso il lavoro oppure la tua compagna ti ha lasciato. Non riesci a calmarti, hai provato l’attività sportiva all’aria aperta, a leggere un libro, a rilassarti davanti a un tramonto ma nulla, la notte non riesci a dormire e l’ansia aumenta.

Il tuo medico di fiducia ti ha consigliato le benzodiazepine, i farmaci più prescritti per il trattamento dell’ansia.

Adesso è il momento di capirne di più, sapere come avviene il loro utilizzo e quali sono gli effetti collaterali associati.

Benzodiazepine, una ‘cura’ per l’ansia non priva di effetti collaterali

Le benzodiazepine – famiglia di ansiolitici – sono dei farmaci talmente conosciuti che anche Samuele Bersani ne ha scritto una canzone “En e Xanax”, un testo molto intenso che parla dell’incontro di due innamorati che provano a leccarsi le ferite, mischiando le proprie ansie e paure.

Per ansia s’intende uno stato emotivo in cui si attivano una serie di reazioni alla percezione di uno stimolo ‘pericoloso’ o almeno così percepito.

Per comprendere quando le benzodiazepine vanno assunte, considerando che l’ansia è di per sé un’ emozione ‘buona’, ecco un elenco di sintomi caratteristici:

  • senso di vuoto mentale.
  • Senso crescente di allarme e pericolo.
  • L’induzione di immagini, ricordi e pensieri negativi.
  • La messa in atto di comportamenti protettivi cognitivi.
  • La sensazione marcata di essere osservati e di essere al centro dell’attenzione altrui.

A volte l’ansia è un’emozione ‘protettiva’ che serve all’uomo, altre invece diventa il ‘motore’ delle proprie azioni e comportamenti fin troppo previdenti e che causano anche dei sintomi fisici:

  • tensione.
  • Tremore.
  • Sudore.
  • Palpitazione.
  • Vertigini.
  • Aumento della frequenza cardiaca.
  • Nausea.
  • Formicolii all’estremità e intorno alla bocca.
  • Derealizzazione e depersonalizzazione.

Nel caso in cui questi sintomi diventano persistenti e insopportabili durante il giorno, ci si rivolge al proprio medico di fiducia che indicherà un trattamento con gli ansiolitici, le benzodiazepine.

Oltre all’effetto di ansiolitico, questa famiglia di farmaci ha anche un effetto:

  • ipnotico (arrecano sonnolenza).
  • Anticonvulsionante (vengono trattate le crisi convulsive, uno dei sintomi dell’epilessia).
  • Anestetico (possono essere impiegati insieme ad altri farmaci per indurre l’anestesia).

Come si usano? Il loro utilizzo è semplice, spesso questi farmaci possono essere assunti per via orale e la loro efficacia nel corpo si manifesterà all’incirca in un’ora dalla loro somministrazione.

I nomi più conosciuti in commercio sono il farmaco Control, il Tavor, lo Xanax, il Lexotan, il Valium, l’Ansiolin, l’En, il Rivotril ed altri.

Una delle note ‘negative’ da conoscere è la loro capacità di creare dipendenza fisica e psicologica, ma altri sono gli effetti collaterali conosciuti:

  • sedazione eccessiva.
  • Sonnolenza diurna.
  • Confusione.
  • Depressione.
  • Disturbi della coordinazione.
  • Disturbi della memoria.

Questi farmaci possono inoltre creare degli effetti opposti a quelli previsti o diversi, definiti sintomi paradosso tra cui:

  • Irrequietezza.
  • Agitazione.
  • Irritabilità.
  • Aggressività.
  • Rabbia.
  • Collera.
  • Psicosi.
  • Deliri.
  • Incubi.
  • Delusione e alterazione del comportamento.

In alternativa all’uso delle benzodiazepine è possibile ricorrere alla psicoterapia cognitivo-comportamentale e a degli ‘ansiolitici naturali‘ come il biancospino, la melissa, la valeriana, la passiflora.

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