Come riconoscere i segnali gravi del virus respiratorio sinciziale
Nel pieno della stagione invernale, medici e pediatri in Italia stanno segnalando un aumento significativo dei casi di virus respiratorio sinciziale (RSV), un’infezione virale che colpisce le vie respiratorie e che può diventare pericolosa soprattutto nei neonati e nei bambini sotto i due anni.

Sebbene nella maggior parte dei casi si presenti con sintomi lievi simili a un comune raffreddore, l’RSV può evolvere in forme più gravi come bronchiolite o polmonite. Per questo è fondamentale riconoscere i primi segnali e sapere quando è necessario rivolgersi tempestivamente al pronto soccorso.
Indice dell'articolo
- 1 Cos’è il virus respiratorio sinciziale (RSV)?
- 2 Quando preoccuparsi: il segnale d’allarme delle 12 ore
- 3 Sintomi comuni del virus RSV
- 4 Quando chiamare i soccorsi: segnali di emergenza
- 5 Importanza di conoscere il “normale” del proprio bambino
- 6 Come si trasmette l’RSV e come prevenirlo
- 7 Lo sapevi che…?
- 8 FAQ – Domande frequenti sul virus RSV
- 9 Approfondimento
Cos’è il virus respiratorio sinciziale (RSV)?
Il virus respiratorio sinciziale è uno dei principali responsabili di infezioni delle vie respiratorie nei bambini piccoli, ma può colpire persone di ogni età. Si trasmette attraverso le goccioline emesse con tosse e starnuti, o tramite superfici contaminate. In Italia, come nel resto d’Europa, i casi aumentano tipicamente durante l’autunno e l’inverno.
Neonati e bambini sotto i 2 anni sono particolarmente vulnerabili, soprattutto se nati prematuri o con patologie respiratorie o cardiache. Ma l’RSV può causare complicazioni anche negli anziani o in persone con un sistema immunitario debole.
Quando preoccuparsi: il segnale d’allarme delle 12 ore
Tra i sintomi che devono allertare subito i genitori c’è la mancanza di pipì per oltre 12 ore. Questo è un indicatore importante di disidratazione e può essere collegato a una forma grave dell’infezione.
Se un bambino:
- non urina da 12 ore o più,
- urina molto meno del solito (meno del 50% della frequenza normale),
è necessario recarsi immediatamente al pronto soccorso. Questi segnali indicano che il corpo non sta ricevendo o trattenendo abbastanza liquidi, una condizione potenzialmente pericolosa nei più piccoli.
Sintomi comuni del virus RSV
L’infezione da RSV si presenta inizialmente con sintomi simili a un raffreddore. Nelle prime fasi possono comparire:
- naso che cola o chiuso,
- tosse,
- starnuti frequenti,
- febbre lieve (la pelle del petto o della schiena appare calda, si può avere sudorazione o brividi),
- stanchezza.
Nei neonati possono comparire anche:
- irritabilità,
- scarso appetito o ridotta voglia di poppare.
Se l’infezione evolve in bronchiolite o polmonite, i sintomi diventano più gravi e includono:
- tosse persistente e peggioramento della respirazione,
- affanno o fiato corto,
- respirazione accelerata o con pause,
- difficoltà nell’alimentarsi (nei neonati),
- respiro rumoroso (sibili o fischi),
- confusione mentale (soprattutto negli anziani).
Quando chiamare i soccorsi: segnali di emergenza
In alcuni casi, l’RSV può richiedere un intervento medico urgente. Si consiglia di chiamare il 112 o recarsi in pronto soccorso se:
- il bambino ha evidenti difficoltà respiratorie (rumori durante l’inspirazione, ventre che si muove sotto le costole),
- si notano pause nel respiro,
- la pelle, le labbra o la lingua diventano bluastre,
- il bambino appare floscio, non risponde o non riesce a restare sveglio.
Importanza di conoscere il “normale” del proprio bambino
Riconoscere un cambiamento nel respiro del proprio bambino può fare la differenza. Un consiglio utile è quello di registrare un video del bambino quando respira normalmente, così da avere un riferimento in caso di peggioramento.
Questo permette di confrontare i comportamenti abituali con eventuali segnali d’allarme come:
- respirazione accelerata,
- rientramenti tra le costole o sotto lo sterno,
- visibilità del movimento della trachea durante il respiro.
Queste osservazioni, anche se semplici, possono aiutare a descrivere meglio la situazione al medico o al pronto soccorso.
Come si trasmette l’RSV e come prevenirlo
Il virus si diffonde molto facilmente, in particolare in ambienti chiusi e affollati come scuole, asili o mezzi pubblici. Le precauzioni igieniche sono fondamentali per limitare i contagi.
Ecco alcune regole da seguire:
- Lavarsi spesso le mani, soprattutto prima di toccare neonati.
- Pulire regolarmente superfici e giochi.
- Evitare il contatto con persone raffreddate o con sintomi influenzali.
- Non toccarsi occhi, naso o bocca con mani sporche.
- Usare fazzoletti monouso e gettarli subito dopo l’uso.
- Tenere lontani i neonati da chi ha sintomi respiratori, specialmente se nati prematuri o con patologie croniche.

Lo sapevi che…?
👉 Il virus RSV è così diffuso che quasi tutti i bambini lo contraggono almeno una volta entro i 2 anni di vita.
👉 Nei casi più gravi, il virus può richiedere un ricovero in ospedale per supporto respiratorio.
👉 In Italia è stato recentemente approvato un nuovo anticorpo monoclonale per proteggere i neonati durante la stagione epidemica.
FAQ – Domande frequenti sul virus RSV
Quanto dura un’infezione da RSV?
Di solito dura tra i 5 e i 10 giorni. I sintomi respiratori possono però persistere per più tempo nei bambini piccoli.
L’RSV è pericoloso solo per i bambini?
No. Anche gli anziani e le persone con patologie croniche possono avere complicazioni.
Serve l’antibiotico per curare l’RSV?
No, essendo un virus gli antibiotici non sono efficaci. Vanno usati solo in caso di infezioni batteriche secondarie.
C’è un vaccino contro l’RSV?
In Italia è disponibile un anticorpo monoclonale per i neonati. Per gli adulti, sono in sviluppo vaccini ma al momento non sono di uso comune.
Posso mandare mio figlio all’asilo se ha il raffreddore?
Dipende dai sintomi. Se ha febbre, tosse forte o difficoltà respiratorie, è meglio tenerlo a casa.Un consiglio utile per i genitori
Se hai un neonato o un bambino piccolo, può essere utile tenere a casa un umidificatore per ambienti. Questo aiuta a mantenere le vie respiratorie idratate, soprattutto nei mesi freddi.
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Approfondimento
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La febbre è una reazione fisiologica comune nei bambini e nella maggior parte dei casi si risolve a casa con paracetamolo o ibuprofene e adeguata idratazione. Tuttavia, i pediatri sottolineano alcuni segnali d’allarme che impongono una valutazione urgente al pronto soccorso: febbre superiore a 38°C nei neonati sotto i 3 mesi, sopra i 40°C in qualsiasi età, durata oltre 5 giorni, convulsioni febbrili, rigidità nucale, difficoltà respiratoria, macchie cutanee che non sbiancano alla pressione (segno di possibile di meningite), letargia estrema o rifiuto totale di bere. In presenza di uno solo di questi sintomi, è meglio non aspettare: una chiamata al 118 o l’accesso diretto in ospedale può fare la differenza.





