Influenza e COVID-19: perché aumentano il rischio di infarto

I virus invernali come l’influenza e il COVID‑19 potrebbero aumentare fino a cinque volte il rischio di infarto o ictus nelle settimane successive all’infezione — uno studio pubblicato nel 2025 lo conferma.

Negli ultimi anni è emersa una domanda importante: può una semplice influenza o un’infezione virale aumentare il rischio di infarto o ictus nei mesi successivi? La risposta è sì, secondo un’analisi estesa pubblicata nel 2025 sulla rivista scientifica Journal of the American Heart Association.

Influenza stagionale: sintomi e trattamento.

In breve, la ricerca mostra che sia le infezioni virali acute (come influenza o COVID‑2019) sia quelle croniche (come HIV, epatite C o Herpes zoster) sono associate a un aumento significativo del rischio cardiovascolare, includendo infarti e ictus.

Questi dati arrivano in un momento particolarmente delicato, dato che le autorità sanitarie in Europa hanno segnalato un possibile anticipo della stagione influenzale.

Infezioni virali e cuore: il legame sottovalutato

Lo studio, condotto dal professor Kosuke Kawai dell’Università della California a Los Angeles, ha esaminato 155 studi scientifici per valutare il collegamento tra infezioni virali e malattie cardiovascolari.

Ecco cosa è emerso:

  • L’infezione da influenza quadruplica il rischio di infarto e quintuplica quello di ictus nel primo mese dopo la malattia.
  • Il COVID‑2019 triplica il rischio di infarto e ictus fino a 14 settimane dopo l’infezione.
  • Il rischio cardiovascolare resta elevato fino a un anno dopo il contagio.
  • Infezioni croniche come HIV, epatite C e herpes zoster sono associate a un aumento del rischio a lungo termine:
    • HIV: +60% infarto, +45% ictus
    • Epatite C: +27% infarto, +23% ictus
    • Herpes zoster: +12% infarto, +18% ictus

Perché il rischio aumenta anche dopo la guarigione

Infiammazione

Durante un’infezione virale, il corpo attiva una risposta infiammatoria che, se prolungata, può danneggiare i vasi sanguigni. L’infiammazione favorisce la formazione di placche aterosclerotiche e aumenta il rischio che queste si rompano, provocando eventi gravi come infarti e ictus.

Coagulazione

I virus attivano anche meccanismi di coagulazione del sangue, aumentando la probabilità di trombi. Questi possono ostruire arterie o viaggiare fino al cervello, causando ictus.

E in Italia?

Questi dati sono rilevanti anche per il pubblico italiano. L’influenza stagionale e il COVID-19 continuano a circolare, e molte persone con patologie cardiovascolari o fattori di rischio (ipertensione, colesterolo, diabete, fumo) potrebbero essere più vulnerabili.

Cosa fare:

  • Controllare i fattori di rischio cardiovascolare con esami regolari.
  • Prestare attenzione a sintomi come dolore toracico, affanno, capogiri, debolezza improvvisa.
  • Vaccinarsi, soprattutto se si rientra nelle categorie a rischio.

L’importanza della vaccinazione

La vaccinazione contro influenza, COVID-19 e herpes zoster non protegge solo dall’infezione acuta ma può anche contribuire a ridurre il rischio cardiovascolare.

Uno studio ha indicato che il vaccino antinfluenzale può ridurre il rischio di infarto e ictus fino al 34%. Anche il vaccino contro l’herpes zoster sembra avere un effetto protettivo modesto ma significativo.

Lo sapevi che…?

  • Una persona su tre svilupperà herpes zoster nel corso della vita.
  • La maggior parte degli infarti post-influenza avviene entro i primi 7 giorni.
  • I sintomi dell’ictus includono: difficoltà a parlare, perdita della forza in un lato del corpo, visione offuscata.
  • L’influenza nei bambini può causare anche otite, vomito e dolori muscolari.
  • Il rischio cardiovascolare post-COVID è presente anche in soggetti giovani e sani.

FAQ – Domande frequenti

L’influenza può davvero causare un infarto?
Sì. L’infiammazione e la coagulazione aumentano dopo l’infezione e possono scatenare eventi cardiovascolari, soprattutto in soggetti a rischio.

Dopo il COVID, quanto dura il rischio?
Fino a 14 settimane, ma in alcuni casi anche oltre. Il rischio può restare alto per mesi.

Chi dovrebbe vaccinarsi?
Tutti possono trarre beneficio, ma è particolarmente indicato per over 60, persone con patologie croniche, donne in gravidanza e operatori sanitari.

Quali sono i sintomi da non ignorare?
Dolore al petto, fiato corto, battito irregolare, debolezza improvvisa, difficoltà a parlare.

Il vaccino aiuta anche se ho già avuto infarti?
Sì. La vaccinazione è raccomandata proprio per prevenire ricadute e complicazioni.

Consigli per ridurre il rischio

  • Vaccinarsi ogni anno contro l’influenza.
  • Mantenere uno stile di vita sano: alimentazione, esercizio, no fumo.
  • Riconoscere i sintomi dell’ictus e agire tempestivamente.
  • Curare le infezioni in modo adeguato e non trascurare il riposo.
  • Consultare il medico dopo un’infezione se si hanno problemi cardiovascolari.

Consiglio utile

Se hai una persona anziana in famiglia, considera di proporre la vaccinazione contro l’herpes zoster: può essere utile anche per prevenire complicazioni cardiache.

Suggerimento

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