Vaiolo delle scimmie, Bassetti avverte: “Rischiamo la fase endemica”, cosa fare?

“Preoccuparsi di provare a contenere e a limitare la diffusione epidemica del vaiolo delle scimmie, non vuol dire fare allarmismo o generare terrore. Se qualcuno vuol sentirsi dire che tutto va bene e che le infezioni non sono e non saranno un problema per il mondo, può e deve stare lontano dai miei spazi e seguire e leggere persone e argomenti più leggeri e più adatti alla sua intelligenza. Non mi offenderò”.

Così l’infettivologo genovese Matteo Bassetti su Facebook, dove ha condiviso un video.

Bassetti ha detto: “Ieri l’Inghilterra ha deciso alcune misure, secondo me molto intelligenti, perché rischiamo di passare ad una fase endemica di questo virus o addirittura epidemica”.

Bassetti ha specificato che “è molto difficile parlare alle persone in questo momento, dopo due anni di pandemia. Ma nessuno è qui per fare allarmismo, solo che la situazione necessita di un intervento”.

Bassetti ha aggiunto “che ora non è che andiamo in lockdown, tornare a mettersi le mascherine o altro: questo è un messaggio che deve arrivare ai governi, ai ministeri della Salute. Anche questa volta gli inglesi hanno dimostrato di essere avanti rispetto agli altri”.

“Nessun allarmismo – ha proseguito Bassetti – ma bisogna essere sul pezzo e intervenire rapidamente, perché quando questo virus correrà, se non saremo stati in grado di fermarlo ora, la situazione rischia di diventare più difficile”.

Bassetti ha detto che “sono molti i casi nel mondo, probabilmente molti di più di quelli che oggi sono stati diagnosticati, circa 500. Quello che fa più paura non è il numero di casi ma il numero di Paesi interessati, circa 25 nel mondo. Ormai ha una diffusione globale”.

“I casi certi di vaiolo delle scimmie devono essere isolati: o a casa se le persone stanno bene o in ospedale, se hanno dei problemi. I contatti stretti è molto importante che facciano una quarantena fiduciaria, limitando possibilmente i contatti con altre persone, soprattutto bambini, donne in gravidanza ed immunodepressi. Poi bisogna vaccinare i contatti o farlo in alcune situazioni”, ha concluso.

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