Vaccino (non solo quello anti Covid), quali sono gli effetti a lungo termine?

Una delle domande più diffuse è quella che tratteremo sulla base di teorie ed evidenze a sostegno di una tesi piuttosto che un’altra. Possono davvero manifestarsi malattie o gravi effetti collaterali mesi o addirittura anni dopo l’iniezione?

Vaccino e gli effetti a lungo termine

Secondo uno studio del 2011, i rischi per la sicurezza dei farmaci compaiono in media 4 anni dopo la loro approvazione. “Giovani e adolescenti saranno esposti ad un rischio potenziale e ipotecheremo il loro futuro”, avverte l’avvocato Fabrice Di Vizio, notoriamente contrario alla “tirannia vaccinale”.

Lo studio citato dall’avvocato, pubblicato nel 2017 e riguardante 222 farmaci approvati dalla FDA, mostra che un terzo dei farmaci provoca effetti collaterali non riportati negli studi clinici (compresi i farmaci psicotropi). Ma questi effetti rimangono molto limitati, appena tre farmaci sono stati finalmente ritirati dal mercato.

Inoltre, c’è una grande differenza tra un farmaco e un vaccino: nel primo caso il farmaco viene assunto continuamente, il che significa che le dosi si accumulano nell’organismo. È noto, ad esempio, che, se assunti per più di tre mesi ininterrottamente, i corticosteroidi possono provocare gonfiore del viso o della parte superiore del corpo, indebolimento dei muscoli o della pelle. Un vaccino viene iniettato solo una o due volte; questo pericolo di accumulazione quindi non esiste.

Si osservavano ancora effetti a lungo termine con altri vaccini?

Nel 1998, uno studio ha collegato il vaccino MMR (morbillo, parotite, rosolia) all’autismo. Studio di soli 12 bambini e da allora ritirato, ma che ha continuato a seminare dubbi tra gli antivax. Negli anni ’90, altri studi hanno esplorato un possibile legame tra il vaccino contro l’epatite B e il rischio di malattie autoimmuni come la sclerosi multipla. Un sospetto che ha portato anche le autorità pubbliche a sospendere la vaccinazione nelle scuole nel 1998 (pur mantenendo la vaccinazione obbligatoria dei neonati e degli operatori sanitari). Ma alla fine, nessuna prova solida potrebbe mai essere portata a questa connessione.

Ci sono ovviamente casi molto rari di disturbi correlati alla vaccinazione, come la trombosi associata al vaccino AstraZeneca, ma compaiono pochi giorni dopo l’iniezione. Data la farmacovigilanza molto esigente sui vaccini anti-Covid, è improbabile che un effetto collaterale sia passato sotto il radar delle autorità sanitarie.

[Fonte: futura-sciences.com]

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