Uso consapevole di cannabis light, il nuovo decreto può dare spazio
all’illegalità

Nel 2020 un Decreto sospendeva l’inserimento della cannabis light nella lista dei medicinali considerati stupefacenti. A tre anni di distanza, nell’agosto 2023, un nuovo Decreto firmato dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ribaltava le carte in tavola e tornava a considerare il CBD al pari degli stupefacenti.

Oggi secondo la nuova normativa, quindi, tutti i prodotti a uso orale costituiti da CBD possono essere comprati solo in farmacia e nelle case farmaceutiche, e non sono più acquistabili liberamente, ma solo sotto prescrizione medica.

É chiaro come la nuova legge, che rivaluta non solo la considerazione della cannabis light ma anche le sue modalità d’acquisto, abbia sollevato un polverone di critiche e di preoccupazioni tra i produttori e venditori italiani di CBD, che si sono visti tutt’un tratto rubare una fetta consistente di mercato.

Il CBD e il mercato in Italia

Attualmente, le aziende interessate possono vendere i propri articoli Made in Italy sui propri portali -come su canapafarm.eu nel caso delle note infiorescenze di Lemon Haze-, facendo così da garante per la sicurezza dei prodotti a norma di legge. Il decreto cambia però le possibilità di vendita di prodotti come gli olii a base di CBD, che non potranno più essere commerciati da queste stesse aziende, spesso produttrici in prima persona dell’olio stesso: il compito verrà invece ceduto alle sole farmacie. Un grande problema, non solo a livello economico, ma anche dal punto di vista della legalità, poiché anche gli olii potrebbero passare al mercato non legalizzato del CBD.

Secondo i dati del Dipartimento per le politiche antidroga (Dpa), in Italia il mercato della cannabis sarebbe pari a 6,6 miliardi di euro. Dato confermato anche dal co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, secondo il quale “Legalizzare la cannabis con Thc sarebbe la più importante opera di confisca di denaro alla mafia”. Bonelli, inoltre, ha anche considerato il Decreto emanato dal Governo come un vero e proprio attacco ai commercianti di cannabis light.

Il mercato legale di CBD nel nostro Paese in effetti è in continua crescita. Basti pensare che il ricercatore dell’Università Sorbona di Parigi, Davide Fortin, ha ipotizzato che quest’ultimo, se ben regolamentato, potrebbe portare a un profitto di ben 500 milioni di euro ogni anno. Istituire delle leggi che possano regolare il traffico di CBD e la vendita di prodotti di qualità è quindi il primo passo da compiere per contrastare il commercio illegale e per incrementare il fatturato del Paese.

Un recente studio pubblicato sulla European Economic Review ha a questo proposito sottolineato come la legalizzazione della cannabis light abbia inciso particolarmente sulla criminalità organizzata e sul mercato illegale: la dimostrazione di ciò è la riduzione dei sequestri di marjuana dell’11% nelle aree in cui è presente almeno un cannabis shop.

La legge italiana e i benefici della cannabis light

Al momento la legge italiana del gennaio 2017 dà la possibilità di coltivare Canapa Sativa depotenziata, contenente piccolissime percentuali di THC, intorno allo 0,2-0,6%. Questa tipologia di cannabis, oggi tra i prodotti più venduti online da e-shop specializzati, avrebbe tra l’altro anche degli effetti positivi su chi ne fa uso.

Il cannabidiolo, noto come CBD, è uno dei composti chimici presenti nella pianta di cannabis. È diventato sempre più popolare negli ultimi anni anche grazie al fatto che non provoca gli effetti psicoattivi tipici del tetraidrocannabinolo (THC). Tra i vantaggi potenziali del CBD troviamo in particolare:

  • riduzione del dolore: il CBD è stato studiato per il suo potenziale nell’alleviare il dolore, sia quello cronico che quello legato a malattie infiammatorie.
  • riduzione dell’ansia e della depressione: alcune ricerche suggeriscono che il CBD possa avere effetti ansiolitici e antidepressivi. Tuttavia, gli studi sono in corso e i risultati possono variare da persona a persona.
  • miglioramento del sonno: alcune persone segnalano miglioramenti nella qualità del sonno dopo aver assunto il CBD, anche se la ricerca è ancora in corso per comprendere meglio questo effetto.

Ovviamente, i benefici del CBD possono variare da persona a persona, e non sono da escludere effetti collaterali potenziali come secchezza delle fauci, cambiamenti nell’appetito, stanchezza o variazioni della pressione sanguigna.

La regolamentazione del CBD permette insomma di controllarne meglio la produzione e la distribuzione, garantendo che i prodotti contengano ciò che dichiarano e che siano privi di contaminanti dannosi per la salute. Questo può contribuire a ridurre i rischi associati all’acquisto di prodotti CBD da fonti non regolamentate o illegali. D’altra parte, è chiaro perciò come la proibizione potrebbe portare di conseguenza alla crescita dei mercati neri e alla vendita di prodotti non regolamentati e di scarsa qualità. Normalizzare la cannabis light è un modo per affrontare questi problemi e garantire che i consumatori abbiano accesso solamente a prodotti sicuri.

Articoli correlati