Studio shock: i dolcificanti artificiali fanno invecchiare il cervello più in fretta
I dolcificanti artificiali accelerano l’invecchiamento del cervello: il nuovo allarme da uno studio brasiliano

Sei dei dolcificanti artificiali più comuni al mondo, usati ogni giorno da milioni di persone, potrebbero accelerare l’invecchiamento del cervello e anticipare i segnali legati alla demenza. È quanto emerge da uno studio condotto in Brasile e pubblicato sulla rivista Neurology, ripreso dal Daily Mail, che getta nuova luce sugli effetti di queste sostanze sulla salute cognitiva.
Indice dell'articolo
- 1 Sono davvero così innocui i dolcificanti senza calorie?
- 2 Effetti preoccupanti anche a dosi contenute
- 3 Cosa sono e dove si trovano questi dolcificanti?
- 4 Perché fanno male al cervello?
- 5 Chi è più a rischio?
- 6 Un solo dolcificante naturale è risultato innocuo
- 7 Perché questo studio è importante
- 8 Cosa possiamo fare nella vita quotidiana
Sono davvero così innocui i dolcificanti senza calorie?
Chi non ha mai scelto una bibita “light” o un dessert “senza zucchero” per sentirsi meno in colpa? Eppure, secondo i ricercatori brasiliani, aspartame, saccarina, acesulfame K, eritritolo, xilitolo e sorbitolo sono stati associati a un peggioramento delle funzioni cognitive, in particolare della memoria, del linguaggio e della capacità di pensiero.
Effetti preoccupanti anche a dosi contenute
I ricercatori hanno seguito oltre 12.000 adulti per un periodo di otto anni, monitorando le loro abitudini alimentari e testando regolarmente le loro capacità cognitive. I risultati parlano chiaro: anche un consumo giornaliero moderato di dolcificanti artificiali può anticipare l’invecchiamento cerebrale. Chi ne assumeva di più mostrava un’accelerazione dell’età cerebrale di circa 1,6 anni rispetto a chi ne consumava meno.
E non parliamo di quantità esagerate: il gruppo ad alto consumo ingeriva circa 190-200 mg al giorno, ovvero l’equivalente di una lattina di Diet Coke.
Cosa sono e dove si trovano questi dolcificanti?
I sei dolcificanti artificiali analizzati dallo studio sono molto diffusi:
- Aspartame (Equal, NutraSweet)
- Saccarina (Sweet’N Low)
- Acesulfame potassico (Sunett)
- Eritritolo (Truvia)
- Xilitolo (Xylosweet)
- Sorbitolo
Si trovano in tantissimi prodotti comuni:
- Bibite “zero” o “light”
- Yogurt e dessert a basso contenuto calorico
- Snack “senza zucchero”
- Caramelle, gomme da masticare
- Bevande a base di latte
- Dolci confezionati
Sono spesso usati anche in casa o nei bar, nei classici pacchettini da tavola.
Perché fanno male al cervello?
Anche se lo studio non ha identificato con precisione i meccanismi biologici attraverso cui i dolcificanti danneggiano il cervello, ci sono diverse ipotesi già presenti nella letteratura scientifica:
- Aspartame, ad esempio, può degradarsi in composti tossici che danneggiano le cellule cerebrali.
- Eritritolo è stato associato a danni ai vasi sanguigni del cervello, con un conseguente ridotto afflusso di sangue e aumento del rischio di ictus.
- Tutti e sei i dolcificanti analizzati mostrano un potenziale infiammatorio, in grado di innescare processi neurodegenerativi.
Chi è più a rischio?
L’effetto più marcato è stato osservato:
- Nei soggetti sotto i 60 anni
- In persone con diabete, ma anche nei non diabetici
- Nei gruppi che consumavano più di 66 mg al giorno
Sorprendentemente, negli over 60 l’effetto negativo non è stato significativo. Questo suggerisce che il periodo della mezza età potrebbe essere una fase critica per la salute cerebrale.
Un solo dolcificante naturale è risultato innocuo
Nello stesso studio è stato testato anche il tagatosio, un dolcificante naturale presente in alcuni frutti e latticini. Risultato? Nessuna associazione con il declino cognitivo. Questo lo rende, ad oggi, l’unico dolcificante dello studio considerato “sicuro” per il cervello.
Perché questo studio è importante
“La salute del cervello non si costruisce nella vecchiaia, ma nella mezza età.” — Dr. Thomas Monroe Holland, Rush University, editorialista su *Neurology*
Secondo il Dr. Holland, ciò che mangiamo durante la mezza età può influenzare in modo sostanziale la salute del cervello negli anni futuri. Lo studio brasiliano, coinvolgendo un ampio campione, rappresenta una prova significativa dell’impatto dei dolcificanti sulla salute cognitiva.
Cosa possiamo fare nella vita quotidiana
Ecco alcuni consigli pratici per chi vuole limitare l’uso di dolcificanti artificiali:
- Leggere sempre le etichette: i dolcificanti sono spesso nascosti in prodotti insospettabili.
- Preferire alternative naturali come il tagatosio o, in alcuni casi, la stevia.
- Limitare le bevande dietetiche e optare per acqua aromatizzata naturalmente.
- Abituare il palato a sapori meno dolci, riducendo progressivamente zucchero e dolcificanti.
- Fare attenzione anche ai farmaci da banco: alcuni contengono dolcificanti come eccipienti.
FAQ – Domande frequenti
I dolcificanti artificiali sono tutti dannosi per il cervello?
Secondo lo studio brasiliano, sei tra i più usati mostrano un legame con il declino cognitivo. L’unico risultato neutro è stato il tagatosio.
Una lattina di bibita light al giorno fa male?
Sì, può contribuire a un invecchiamento cerebrale precoce, soprattutto se assunta ogni giorno.
Ci sono dolcificanti sicuri?
Il tagatosio, secondo questo studio, non è stato associato a effetti negativi sul cervello.
Le persone anziane devono preoccuparsi?
Lo studio ha mostrato effetti soprattutto nei soggetti sotto i 60 anni. Tuttavia, è sempre consigliabile un consumo moderato.
Cosa è meglio scegliere per dolcificare?
Meglio ridurre progressivamente il desiderio di dolce. Se necessario, preferire dolcificanti naturali e poco raffinati.
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