“Ero a due ore dalla morte”: così la sepsi ha cambiato la vita di Amani

“Mi sono svegliata con un dolore fortissimo alla schiena, come se fosse una distorsione. Pensavo di aver tirato un muscolo… e invece stavo per morire“.
Così inizia il racconto di Amani, 37 anni, artista e scrittrice di Bristol, sopravvissuta sei volte alla sepsi, una delle condizioni più pericolose e meno comprese dalla popolazione. La sua testimonianza è un monito a non ignorare i segnali del corpo e a prendere sul serio anche quelli che sembrano solo sintomi banali. Ne ha parlato Metro.

Sepsi: un killer silenzioso

La sepsi è una reazione estrema e spesso fulminante dell’organismo a un’infezione. In pratica, il corpo “impazzisce” nel tentativo di combattere l’agente patogeno, danneggiando tessuti e organi vitali. Può portare alla morte in poche ore se non trattata tempestivamente.
Nel 30% dei casi, come nel caso di Amani, la sepsi nasce da un’infezione delle vie urinarie: si parla in questo caso di urosepsi. Un’emergenza medica, che richiede interventi rapidi e mirati.

Una vita segnata da un incidente

La storia clinica di Amani inizia nel 2011, quando lavorava come istruttrice di coasteering, uno sport estremo che combina salto dalle scogliere e nuoto in mare. Durante un’escursione, un incidente le provoca la sindrome della cauda equina, una lesione neurologica che colpisce i nervi della parte bassa della colonna vertebrale.

Da allora, la sua vescica ha smesso di funzionare correttamente, costringendola a utilizzare cateteri anche 30 volte al giorno. Questa pratica, necessaria per sopravvivere, la espone continuamente a infezioni urinarie, terreno fertile per la sepsi.

La prima volta: “Ero a due ore dalla morte”

Nel 2020, durante una mattina di febbraio, Amani avverte un malessere insolito: “Avevo febbre a 40°, ma ho aspettato due giorni prima di chiamare”.
Soffrendo già di disturbi cronici, aveva imparato a convivere con sintomi gravi ogni giorno. Ma quella volta qualcosa era diverso: uno stato confusionale, brividi incontrollabili, un senso di panico crescente.
“Mi sembrava stesse per succedere qualcosa di terribile: quella sensazione si è poi rivelata essere uno dei segnali della sepsi.”

Quando infine chiama l’assistenza sanitaria, l’operatore invia immediatamente un’ambulanza, ignorando le sue proteste. “Mi dissero che, se avessi aspettato ancora, sarei morta nel sonno. Ero a due ore dalla fine.”

Una corsa contro il tempo

All’arrivo in ospedale, Amani viene ricoverata in area emergenze. Riceve antibiotici per via endovenosa, liquidi e antidolorifici. I reni sono compromessi, i polmoni si riempiono di liquido. Rimane ricoverata per settimane, tra coscienza alterata e forti dolori.

Ma la guarigione è solo apparente: la sepsi tornerà altre cinque volte.

Una malattia che si nasconde

Le ricadute si manifestano in modo diverso ogni volta. “Nel 2024, ero stata ricoverata per un’infezione renale. All’arrivo in ospedale ero solo un po’ debole, quindi mi hanno lasciata in corridoio. Dopo un’ora, avevo febbre altissima, vomito e svenivo: era di nuovo sepsi.”

Questo è uno degli aspetti più insidiosi della condizione: può sembrare una banale infezione e peggiorare in pochi minuti.

Tornare a casa dopo la sepsi: una sfida silenziosa

Ogni volta che Amani torna a casa dopo il ricovero, affronta un altro tipo di trauma. “La vita intorno a te riprende come se nulla fosse. Ma tu hai rischiato di morire. È difficile spiegare cosa si prova.”

Il Post-Sepsis Syndrome (PSS) è una condizione comune tra i sopravvissuti. Colpisce circa il 40% dei pazienti e comporta disturbi fisici, mentali, cognitivi ed emotivi che possono durare anni.

I sintomi della sepsi: impararli può salvarti la vita

Amani ora collabora con Sepsis Research FEAT, un’organizzazione britannica impegnata nella sensibilizzazione e nella ricerca. Il suo messaggio è semplice ma potente: conoscere i segnali della sepsi può fare la differenza tra la vita e la morte.

Tra i sintomi da non sottovalutare:

  • Febbre alta o temperatura insolitamente bassa
  • Brividi e sudorazione fredda
  • Nausea e vomito
  • Confusione, disorientamento o delirio
  • Respiro affannoso o accelerato
  • Battito cardiaco molto rapido
  • Sensazione di paura imminente
  • Sonnolenza estrema o difficoltà a svegliarsi

Lo sapevi che…?

🔸 Ogni anno, oltre 11 milioni di persone nel mondo muoiono a causa della sepsi.
🔸 In Italia si stimano circa 60.000 casi l’anno, ma la consapevolezza resta bassa.
🔸 La sepsi non colpisce solo anziani o malati cronici: può colpire chiunque, a qualsiasi età.
🔸 Nei bambini, può essere confusa con influenza o gastroenterite.

FAQ

Cos’è la sepsi?
Una risposta estrema dell’organismo a un’infezione, che può causare insufficienza d’organo e morte se non trattata rapidamente.

Da cosa può derivare?
Da qualsiasi infezione: urinarie, polmonari, cutanee, addominali. Le infezioni urinarie sono tra le cause più frequenti.

Quanto tempo ho per agire?
La sepsi può peggiorare in poche ore. Serve un intervento medico immediato.

Chi è più a rischio?
Chi ha un sistema immunitario debole, infezioni ricorrenti, dispositivi medici interni o condizioni croniche. Ma può colpire anche persone sane.

Si può sopravvivere alla sepsi?
Sì, ma è essenziale intervenire precocemente. Il riconoscimento tempestivo dei sintomi è vitale.

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