Quale bevanda fa bene al cuore?

Quale bevanda fa bene al cuore? Sono tantissime le persone che si pongono questa domanda. La salute cardiovascolare, infatti, è uno degli aspetti più rilevanti quando si parla di benessere individuale. Nelle prossime righe, cercheremo di fornire una risposta.

Bevande per la salute del cuore: ecco cosa sapere

Su quali siano gli alimenti che fanno bene al cuore ci sono diverse informazioni. Per rendersene conto, basta ricordare la popolarità delle verdure a foglia verde. Ricche di nitrati, aiutano a tenere sotto controllo la pressione, abbassando un fattore di rischio non indifferente per la salute cardiovascolare (servono anche per compensare con l’alimentazione la carenza di ferro).

In merito alle bevande, invece, l’attenzione è meno spiccata. Ecco perché abbiamo deciso di scrivere questo articolo e parlare delle bevande che contengono soia. Quest’ultima, grazie alla presenza di proteine, è in grado di preservare la salute cardiovascolare. Da non dimenticare è anche la ricchezza in lecitine, gruppo di fosfolipidi che aiuta a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo cattivo.

Fondamentale, però, è assumere bevande con soia di origine biologica. Tornando ai benefici di quest’ultima, facciamo presente il suo ruolo nella prevenzione del diabete. Questa malattia metabolica è fortemente collegata al peggioramento del quadro di rischio a livello cardiovascolare.

Nelle prossime righe, parleremo di un argomento che non si può non toccare quando ci si chiede “Quale bevanda fa bene al cuore?”. Cercheremo infatti di capire in che modo l’apporto idrico può influire sul benessere cardiovascolare.

Bere acqua fa bene al cuore?

Quale bevanda fa bene al cuore? L’acqua, la principale componente del nostro corpo. Dati alla mano, berne circa due litri ogni giorno permette di abbassare il rischio di avere a che fare con scompensi cardiaci. Il motivo è molto semplice: l’idratazione fornisce un prezioso aiuto al cuore per quanto riguarda il pompaggio di sangue, così da mantenerlo efficiente anche quando sopraggiunge la terza età.

Ad arrivare a questa conclusione ci ha pensato uno studio svolto da una equipe di esperti della European Society of Cardiology in collaborazione con studiosi del National Heart, Lung, and Blood Institute di Bethesda.

I risultati sono stati raggiunti a seguito del monitoraggio di un campione numericamente molto consistente. Parliamo infatti di ben 15.800 soggetti adulti seguiti per una ventina d’anni.

Gli esperti hanno monitorato il sodio nel sangue, associando una sua maggior concentrazione a un quadro di insufficienza cardiaca e ipertrofia dei ventricoli. Si sono spiegati questa reazione sottolineando il fatto che, per rispondere ai livelli di idratazione non sufficienti, il nostro organismo mette in moto dei processi finalizzati allo stoccaggio dell’acqua, alzando il rischio di scompenso cardiaco.

La scienza conferma ancora una volta l’importanza di bere i classici 1,5/2 litri d’acqua al giorno (stima di massima che dipende dal peso e da fattori come il sesso). Attenzione: ovviamente non devono provenire solamente dai bicchieri che si riempiono. Essenziali sono anche alimenti idranti come i pomodori e i cetrioli.

Infine, non bisogna dimenticare l’attività fisica. Il benessere del cuore, infatti, passa da un equilibrio generale che comprende focus sull’alimentazione e movimento. Agendo così si hanno maggiori chance di mantenersi in salute il più a lungo possibile.

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