Psicologia e gioco, che legame c’è?

Il legame tra gioco e psicologia non rappresenta nulla di nuovo e trova anzi radici diversi decenni addietro. Già nel 1975 infatti fu introdotta la teoria dei giochi, secondo cui il gioco (videogiochi inclusi, in epoca molto più recente) sono in grado di aiutare i pazienti ad esprimere loro stessi, privati dalle pressioni quotidiane. Questo aspetto non è trascurabile, è anzi considerato vitale da parte di psicologi e psicoterapeuti perché fondamentale per cercare di capire quale possa essere l’origine del disturbo psicologico del paziente.

La terapia del gioco, perciò, si è riscoperta fondamentale soprattutto nell’approccio con i pazienti più giovani. Questo secondo T. Atilla Ceranoglu, un luminare del Massachusetts General Hospital, che evidenzia come i pazienti di questa fascia d’età in particolare sono a contatto con la tecnologia per gran parte della loro giornata e vedono il medium tecnologico (sia esso lo smartphone o una console) come uno strumento parte integrante della loro vita.

Talvolta dunque si associa spesso l’uso del videogioco ad aspetti negativi quali la dipendenza, ma anche ad una aggressività maggiore e ad un disturbo sociale nei confronti degli altri individui. Ciò sembra essere stato smentito da diverse ricerche condotte nel settore, le quali sembrano anzi provare come il gioco ai videogame (senza scendere nel dettaglio riguardo al genere) sembrano avere effetti positivi quali: l’aumento dell’autostima nei giocatori che ne fanno uso, una migliore coordinazione oculo-manuale (dovuta ovviamente all’uso del joystick e alle particolari sequenze richieste per compiere determinate mosse) ed inoltre sembra aver aumentato i tempi di reazione in coloro che li giocano.

La videogame therapy è una procedura che si avvale dello strumento del videogioco a tutti gli effetti ed è stata utilizzata in una pluralità di contesti: può riguardare la riabilitazione cognitiva, i disturbi legati all’impulsività o a deficit di attenzione. Pur essendo uno strumento utilizzato soprattutto per i pazienti più giovani, gli anziani non ne sono esclusi.

È poi indubbio che l’uso dei videogiochi possa aiutare concretamente in certe situazioni lavorative, in maniera sia diretta che indiretta. Per quanto riguarda il primo caso, il pensiero va ad esempio agli aviatori che si avvalgono dei simulatori di volo ad esempio. Sempre più aziende inoltre si avvalgono dell’utilizzo dei videogiochi per la creazione del cosiddetto team building. Videogame come League of Legends, ormai diventato cult nel mondo dei giochi digitali, è sempre più spesso usata dalle aziende come strumento per andare a promuovere e creare una coesione lavorativa al fine di svolgere al meglio il compito preposto.

Infine, ma non certo per importanza, il legame tra psicologia e gioco è evidente per quanto riguarda l’uso del videogame al fine di aiutare i pazienti affetti da disturbo post traumatico da stress. Studi accertati dimostrano ad esempio come il gioco del Tetris sia in grado di rilassare il giocatore e aiutarlo nella diminuzione del livello di stress.

Al di là dell’utilità o meno del gioco online, indubbiamente il panorama offerto agli utenti è particolarmente ampio e molto variegato. Lo stesso Tetris, ad esempio, è disponibile in una pluralità di versioni. Ma lo stesso vale per i giochi di carte. Nel panorama digitale sono all’ordine del giorno nuovi giochi che spuntano online, i quali possono basarsi spesso su giochi di carte. Sul web si trovano inoltre versioni di giochi da tavolo quali scacchi o dama, risiko o monopoly.

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