Perché Taiwan può insegnare al mondo come combattere il Coronavirus

Mentre l’Italia è in piena emergenza Coronavirus, Taiwan può insegnare tantissimo su come tenere sotto controllo il virus. Come mai? Vediamolo assieme nelle prossime righe.

Coronavirus: l’approccio di Taiwan

Quando si parla della situazione del Coronavirus a Taiwan, è il caso di ricordare che, fino ad ora, l’isola ha avuto solo 47 casi e un decesso martedì scorso. I numeri di Taiwan sono molto più bassi anche rispetto a quelli della Corea del Sud, che ha avuto oltre 7.000 casi. Lo stesso vale per quelli del Giappone, che sono circa 530.

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Taiwan, considerata la sua vicinanza alla Cina, ha registrato davvero pochissimi casi. Qual è la lezione che questo Paese può insegnare al mondo?

Due aspetti essenziali da considerare sono innanzitutto la vigilanza e la proattività. Vicino alla Cina e con la medesima lingua, Taiwan ha capito subito che nel Paese orientale si stava diffondendo una polmonite gravie.

Il 31 dicembre 2019, lo stesso giorno in cui la Cina ha comunicato all’Organizzazione Mondiale della Sanità della presenza di diversi casi di una polmonite anomala, le autorità sanitarie di Taiwan hanno dato ordine di controllare i passeggeri dei voli in arrivo da Wuhan.

Un altro aspetto interessante dell’approccio di Taiwan al Coronavirus riguarda il fatto che, poco dopo l’inizio dell’emergenza cinese, è stato attivato un Central Epidemic Command Center. Grazie ad esso, lo Stato ha attivato un vero e proprio processo di controllo dell’epidemia, mettendo in atto anche politiche di controllo dei confini.

Sotto la guida del Ministro della Salute Chen Shih-chung, il centro di comando in questione ha indagato sui casi confermati e sospetti, collaborando con il governo e con altri dicasteri per coordinare la risposta di tutta l’isola di Taiwan. Concludiamo facendo riferimento al ruolo della tecnologia. Taiwan, infatti, ha iniziato a utilizzare i termometri laser negli aeroporti nel lontano 2003, a seguito dello scoppio dell’epidemia di SARS.

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