Perché rimandiamo l’inizio di una dieta?

Quanti di noi si sono promessi più volte d’iniziare la dieta e puntualmente procrastinare la data? Un comportamento piuttosto comune che ha una spiegazione scientifica.

Rimandare l’inizio di una dieta: nel cervello la risposta

Molti di noi siamo mossi nel fare qualcosa quando siamo “ricompensati” nell’immediato piuttosto che attendere un vantaggio nel lungo periodo. Se vi fermate a riflettere su queste prime parole forse qualche esempio pratico lo ricordate. Tendiamo ad un appagamento immediato piuttosto che nel lungo tempo. Dopotutto, viviamo nell’era della velocità. Tutto scorre velocemente, non si ha il tempo di fermarsi a riflettere per “assaporarsi” neanche le piccole vittorie e conquiste quotidiane.

Decidere di perdere dei chili richiede invece pazienza e tempo. A meno che non si decida di optare per una dieta drastica e sicuramente poco salutare (con tutte le conseguenze sintomatologiche negative).

Perdere peso è un percorso da percorrere con consapevolezza, è una scelta che va controtendenza. Ma anche contro ciò che il proprio cervello preferisce! Il cervello stesso – ribadiamo – preferisce una ricompensa immediata, veloce, subito, un dolce gustoso adesso piuttosto che una glicemia più bassa tra 3 mesi.

E poi, tendiamo a procrastinare ciò che espone ad un rischio di fallimento o ciò che ci sembra difficile. Cosa bisogna fare in questi casi?

Bisogna avere degli obiettivi da seguire che devono essere:

1. Realistici.
2. Misurabili.
3. Raggiungibili.

Ovvio, se pensiamo di perdere 30 kg in 3 mesi è un obiettivo irrealistico (oltre che pericoloso) e fa davvero paura.
Dobbiamo evitare che nel cervello scatti la risposta alla paura, dobbiamo mettere nella condizione noi stessi di procedere un passo alla volta senza fretta, con pazienza e cura anche delle nostre emozioni.

Il primo passo è ciò che determina l’inizio di un percorso, è ciò che dà la “spinta” all’ottimismo, al “ce la posso fare” aumentando la possibilità di raggiungere l’obiettivo e il traguardo preposto.

Per ultimo, vi consigliamo di farvi “accompagnare” in questo percorso da un dietologo o da uh nutrizionista.

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