Perché non ricordiamo i primi anni della nostra vita?

Molti di noi si saranno chiesti come mai non ricordiamo i primi 3 anni di vita, eppure li abbiamo vissuti intensamente. Gli anni dell’attaccamento con la figura materna, gli anni dei primi passi e delle prime parole e ancor prima, il momento della nascita.
Cos’è che ci impedisce di ricordare? Le teorie sono tante, c’è n’è una molto accreditata, scopriamola.

I ricordi dei primi anni di vita sono influenzati dalla neurogenesi

I primi anni di vita sono fondamentali per lo sviluppo del bambino, soprattutto nell’attaccamento con la figura materna che determinerà anche le relazioni future. Tre anni è un tempo importante di vita, inizia la curiosità, si esplora il mondo circostante, si vuole capire la correlazione con gli eventi ‘Perché piove?’, le frasi sono più complesse, l’immaginazione più ricca.

I primi 3 anni sono un percorso di vita fondamentale che forse alcuni vorrebbero ricordare per dare un senso ulteriore alla loro infanzia, alla loro crescita o al loro stile di attaccamento con il caregiver.

Però no, non riusciamo a ricordarli quegli anni, c’è anche chi non ricorda i primi 6 anni di vita. Freud parla di ‘Amnesia infantile’ ovvero l’incapacità di riportare alla memoria i primi 3 anni di vita.

Per cercare di spiegare questo meccanismo della mente, dei ricercatori dell’Università di Toronto hanno fatto degli esperimenti sui topi guidati dal professor Paul Frankland.

Cos’hanno fatto? Hanno messo dei roditori neonati e adulti in una gabbia speciale inviando loro delle scosse elettriche alle zampe. I roditori adulti che erano stati sottoposti a questo evento tremavano dalla paura dall’essere rimessi nella gabbia elettrificata al contrario dei roditori neonati che già avevano dimenticato tutto il giorno dopo.

Alla base di questa differenza nella gestione dei ricordi tra roditori adulti e neonati c’era il processo di neurogenesi, la formazione di nuovi neuroni nel cervello che nei topi neonati era velocissima permettendo di modificare i ricordi, non di cancellarli.

Quindi, stando a questa ipotesi, è probabile che i ricordi della primissima infanzia siano presenti nel nostro cervello ma resi inaccessibili dalle modifiche apportate dalla neurogenesi.

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