Parto naturale: come avviene la fase della dilatazione?

Il parto naturale, come ben si sa, comprende diverse fasi. La prima è quella della dilatazione. Come avviene? Se stai leggendo queste righe, molto probabilmente sei in dolce attesa e vuoi sapere qualcosa di più sull’evento speciale che stai per vivere. Fantastico! Questo articolo fa per te. Attenzione, però: qualora alla fine della lettura dovessi avere dei dubbi, il punto di riferimento giusto è il tuo ginecologo di fiducia.

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La dilatazione nel parto: ecco cosa sapere

La fase della dilatazione del parto naturale inizia nella maggior parte dei casi con la perdita del tappo mucoso, che ha la funzione di proteggere il nascituro dalle possibili infezioni che arrivano dall’esterno. Questi momenti fanno parte della cosiddetta fase prodromica del travaglio. La durata di questo step è compresa generalmente tra le 4 e le 6 ore.

Tra gli aspetti tecnici che contraddistinguono la fase della dilatazione del parto naturale troviamo l’accorciamento del collo dell’utero. Entrando nel vivo dei dettagli del vero e proprio processo di dilatazione, facciamo presente la possibilità di apprezzare un passaggio dai 2/3 centimetri fino a 5.

La futura mamma sperimenta ancora contrazioni brevi e non regolari. Man mano che passano le ore, la cadenza assume una forte regolarità: ciò è il segno del fatto che il neonato si sta avvicinando al bacino. Questo passaggio può durare diverse ore.

Nei momenti appena descritti, la partoriente, se lo desidera, può richiedere l’analgesia epidurale. Quest’ultima viene praticata quando il collo dell’utero della donna ha una dilatazione di 4/5 centimetri circa. Fondamentale è rammentare il fatto che, con l’esecuzione dell’epidurale, si può andare incontro a un allungamento temporale della seconda fase del travaglio.

Come cambiano le cose tra il primo parto e quelli successivi

Quando si tocca l’argomento della dilatazione nel corso del parto naturale – che dopo l’esecuzione eventuale dell’epidurale viene scientificamente definito “parto vaginale” – è importante soffermarsi sulle differenze tra quello che vive una donna che diventa mamma per la prima volta e la situazione di chi, invece, ha già avuto altri figli.

Nel caso delle primipare, la fase dilatante del parto ha una durata di circa 8 ore. Difficilmente va oltre le 18. Nei frangenti in cui, invece, la donna non è al primo parto, la fase di dilatazione può andare dalle 5 alle 12 ore.

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La dilatazione al momento della nascita

Nel corso del parto naturale o durante quello vaginale, quando la dilatazione della cervice uterina è a circa 10 centimetri inizia la cosiddetta fase espulsiva del travaglio. Anche in questa circostanza, si ha a che fare con notevoli differenze tra il primo parto e quelli successivi. Nelle donne al primo figlio, dopo circa tre ore di spinte attive avviene la nascita. Nelle non primipare, invece, ce ne vogliono in media due.

Il neonato, dopo il passaggio nel canale del parto, introduce la testa nel collo dell’utero, che ha ormai completato la sua fase di dilatazione e, dopo le rotazioni necessarie per adattarsi alle misure del bacino materno, mostra il capo all’esterno.

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