Obesità, svolta nella cura, l’efficacia di tirzepatide: lo studio
Il meccanismo d’azione di tirzepatide è innovativo: è un doppio agonista dei recettori GIP e GLP-1, mentre semaglutide agisce solo sul recettore GLP-1. Questa doppia attività potrebbe spiegare la maggiore efficacia di tirzepatide nel promuovere la perdita di peso, attraverso una combinazione di riduzione dell’appetito, aumento della sazietà e rallentamento dello svuotamento gastrico.
Convivere con l’obesità è spesso una battaglia quotidiana, non solo con il proprio corpo, ma anche con il giudizio sociale, le difficoltà psicologiche e le limitazioni fisiche che ne derivano. Non si tratta semplicemente di “mangiare meno” o “muoversi di più”: l’obesità è una malattia cronica complessa, influenzata da fattori genetici, ormonali, ambientali ed emotivi.

L’importanza dei farmaci che aiutano a perdere peso
Per molte persone, anche uno stile di vita sano e una forte motivazione non bastano. In questo contesto, l’esistenza di farmaci che aiutano a perdere peso non rappresenta una scorciatoia, ma uno strumento fondamentale per ritrovare salute, dignità e speranza. Questi trattamenti possono migliorare il metabolismo, ridurre l’appetito e facilitare il cambiamento, offrendo un supporto concreto dove dieta ed esercizio da soli non sono sufficienti.
Affrontare l’obesità con gli strumenti adeguati, inclusi i farmaci, significa riconoscerne la natura medica e smettere di colpevolizzare chi ne soffre.
Cos’è tirzepatide
Tra i trattamenti più promettenti si distingue tirzepatide, un farmaco sviluppato da Eli Lilly, che l’Agenzia italiana del farmaco ha recentemente autorizzato per il trattamento del diabete di tipo 2 e per la gestione del peso corporeo in adulti con obesità o sovrappeso, ma solo in presenza di specifiche comorbidità.
Tirzepatide si è dimostrato significativamente più efficace di semaglutide nella riduzione del peso corporeo in pazienti adulti con obesità o sovrappeso associato a almeno una comorbidità correlata al peso, ma senza diabete, come evidenziato dallo studio clinico di fase 3b SURMOUNT-5.
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I risultati dello studio
Dopo 72 settimane di trattamento, i partecipanti che hanno assunto tirzepatide hanno perso in media il 20,2% del loro peso corporeo, pari a circa 22,8 kg, contro una perdita media del 13,7% (circa 15 kg) nel gruppo trattato con semaglutide. Ciò corrisponde a una perdita di peso relativa superiore del 47% con tirzepatide rispetto a semaglutide.
Oltre alla maggiore riduzione ponderale, tirzepatide ha mostrato superiorità anche in altri parametri chiave:
-Il 64,6% dei pazienti trattati con tirzepatide ha raggiunto almeno il 15% di perdita di peso, contro il 40,1% con semaglutide.
-Il 32% dei pazienti con tirzepatide ha ottenuto una riduzione del peso di almeno il 25%, rispetto al 16% con semaglutide.
-La riduzione media della circonferenza vita è stata di 18,4 cm con tirzepatide contro 13,0 cm con semaglutide, un dato importante perché la diminuzione della circonferenza vita è associata a una riduzione della mortalità cardiovascolare.
Il meccanismo d’azione del farmaco
Il meccanismo d’azione di tirzepatide è innovativo: è un doppio agonista dei recettori GIP e GLP-1, mentre semaglutide agisce solo sul recettore GLP-1. Questa doppia attività potrebbe spiegare la maggiore efficacia di tirzepatide nel promuovere la perdita di peso, attraverso una combinazione di riduzione dell’appetito, aumento della sazietà e rallentamento dello svuotamento gastrico.
Gli effetti collaterali
Gli effetti collaterali più comuni di tirzepatide includono nausea, diarrea, vomito, stipsi e perdita di capelli, generalmente gestibili sotto controllo medico.
In sintesi, tirzepatide rappresenta un importante avanzamento terapeutico nel trattamento dell’obesità, offrendo una riduzione del peso più marcata rispetto a semaglutide e potenzialmente diventando un’opzione di prima linea per la gestione del peso in pazienti con obesità o sovrappeso e comorbidità correlate.
Quando è indicato l’uso di tirzepatide
Tirzepatide è più indicato rispetto a semaglutide in specifici casi di trattamento dell’obesità o del sovrappeso quando:
– Il paziente presenta obesità (IMC ≥30 kg/m²) o sovrappeso (IMC ≥27 kg/m²) associato ad almeno una comorbidità correlata al peso, come ipertensione, dislipidemia, apnea notturna o altre condizioni metaboliche, ma senza diabete di tipo 2. In questi casi, tirzepatide ha dimostrato una riduzione del peso superiore (circa il 20,2% in 72 settimane) rispetto a semaglutide (circa il 13,7%).
– È necessaria una perdita di peso più marcata e vicina a quella ottenuta con la chirurgia bariatrica, dato che tirzepatide può portare a una riduzione ponderale mediamente superiore del 47% rispetto a semaglutide, con benefici anche su parametri cardiovascolari e metabolici.
– Il paziente ha diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato, soprattutto se è indicata una terapia che agisca sia sul controllo glicemico che sulla perdita di peso, poiché tirzepatide è approvato anche per il trattamento del diabete di tipo 2, migliorando sensibilità insulinica e secrezione insulinica postprandiale grazie al doppio agonismo sui recettori GIP e GLP-1, mentre semaglutide agisce solo sul recettore GLP-1.
– Si cerca un effetto terapeutico che combini riduzione dell’appetito, aumento della sazietà e rallentamento dello svuotamento gastrico con un meccanismo d’azione più completo e potenzialmente più efficace, grazie all’azione duale di tirzepatide su GIP e GLP-1, rispetto al solo GLP-1 di semaglutide.
In conclusione, tirzepatide è preferibile in pazienti che necessitano di una perdita di peso più consistente e in presenza di comorbidità legate all’obesità, sia con che senza diabete di tipo 2, mentre semaglutide può essere indicato in casi con minori esigenze di perdita ponderale o in pazienti con specifiche condizioni renali o epatiche dove il profilo di sicurezza di semaglutide è ben consolidato.