Nuovo farmaco per il diabete di tipo 2, cosa sappiamo

È stato ideato un nuovo farmaco per il trattamento del diabete di tipo 2 che può essere assunto per via orale. Trovate maggiori dettagli in questo articolo.

Diabete di tipo 2: un nuovo farmaco orale

Esiste un nuovo medicinale per i pazienti che soffrono di diabete di tipo 2: la semaglutide orale. Il farmaco è disponibile sotto forma di compresse, da assumere una volta al giorno, e prevede il rimborso da parte del Servizio Sanitario Nazionale.

Come sottolinea Graziano Di Cianni, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Diabetologia e Malattie del Metabolismo ASL Toscana Nord-Ovest, l’aderenza alla terapia è uno dei nodi da sciogliere nei soggetti con diabete di tipo 2.

Nonostante la disponibilità di un ampio spettro di opzioni terapeutiche e la dimostrazione dell’importanza di un adeguato controllo metabolico per prevenire o ritardare l’insorgenza delle complicanze del diabete tipo 2, una percentuale di pazienti non raggiunge i target terapeutici desiderati”.

Uno dei motivi per cui ciò accade è legato al fatto che le terapie più efficaci contro questa malattia prevedono la somministrazione iniettiva. La semaglutide, al contrario, prevede l’assunzione orale che può risultare più vantaggiosa per i pazienti e promuovere di conseguenza una maggiore compliance al trattamento.

Cos’è la semaglutide?

La semaglutide orale è prodotta dalla combinazione di una proteina, agonista del recettore del GLP-1, con un potenziatore di assorbimento chiamato salcaprozato di sodio (SNAC).

In questo modo è possibile assorbire la semaglutide con l’assunzione per via orale perché si verifica una riduzione del livello di acidità all’interno dello stomaco. Il farmaco va preso a digiuno e il soggetto potrà mangiare dopo trenta minuti dall’ingestione della compressa.

Gli studi hanno confermato l’efficacia del nuovo medicinale. Un’indagine condotta su 9543 soggetti con diabete 2 ha concluso che la molecola ha un’efficacia superiore nella riduzione del livello di emoglobina glicata e nella perdita di peso rispetto alle altre classi di antidiabetici orali in commercio.

A tal proposito, Riccardo Candido, responsabile del Centro Diabetologico Distretto 4 dell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina di Trieste, aggiunge che “l’eccesso di peso, al pari dello scompenso glicemico e dell’ipertensione, rappresenta ancora oggi uno dei più impattanti fattori di rischio per lo sviluppo di complicanze cardiovascolari nei pazienti con diabete tipo 2. I dati degli Annali AMD evidenziano come l’80 per cento dei pazienti con diabete siano in sovrappeso o obesi”.

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