Muore dopo liposuzione in uno studio abusivo: come riconoscere le strutture sicure
Ana Sergia Alcivar Chenche è morta dopo una liposuzione eseguita in uno studio medico abusivo, senza licenza, da Jose Lizarraga Picciotti, già noto per precedenti denunce. L’intervento si è trasformato in tragedia a causa di un malore della paziente, con soccorsi chiamati in ritardo e una struttura non autorizzata a operare.
Ana Sergia Alcivar Chenche, 46 anni, di origine ecuadoriana e residente a Genova, è morta l’8 giugno 2025 dopo essersi sottoposta a un intervento di liposuzione in uno studio medico privato nel quartiere Torrevecchia, a Roma. Lo studio, riconducibile al medico peruviano 65enne Jose Lizarraga Picciotti, era privo di autorizzazione sanitaria da oltre tredici anni, nonostante fosse regolarmente pubblicizzato online e frequentato soprattutto da una clientela sudamericana attratta dai prezzi vantaggiosi.

Dinamica dei fatti
Nel pomeriggio di domenica 8 giugno, Ana Sergia Alcivar Chenche si è sottoposta all’intervento di liposuzione nello studio di via Francesco Roncati 6.
Durante o subito dopo le procedure di anestesia, la donna ha avuto un malore improvviso, probabilmente un arresto cardiaco, anche se le cause esatte saranno chiarite dall’autopsia disposta dalla Procura.
Il personale presente, tra cui il medico Lizarraga Picciotti, un anestesista e un’infermiera, ha tentato di rianimarla, ma secondo le prime ricostruzioni avrebbe chiamato i soccorsi con ritardo, preferendo inizialmente rivolgersi a un’ambulanza privata e non al 118.
La donna è arrivata in condizioni gravissime al Policlinico Umberto I intorno alle 20:30, dove è deceduta dopo circa un’ora di tentativi di rianimazione.
Le indagini e la situazione dello studio
La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati Lizarraga Picciotti, l’anestesista e l’infermiera che hanno partecipato all’intervento.
Lo studio era già stato chiuso dai NAS in passato e risultava privo di qualsiasi autorizzazione sanitaria dal 2012, ma continuava comunque a essere utilizzato per interventi di chirurgia estetica.
Lizarraga Picciotti, regolarmente iscritto all’ordine dei medici e con un passato di denunce per lesioni personali legate a precedenti interventi estetici (nel 2006 e nel 2018), si promuoveva sui social come “maestro del miglior pollo alla brace del Perù a Roma” e pubblicizzava offerte di chirurgia estetica a prezzi molto competitivi.
Servono controlli più stringenti e maggiore consapevolezza
Il caso ha riportato l’attenzione sui rischi degli interventi estetici eseguiti in ambulatori abusivi e senza adeguate garanzie di sicurezza, soprattutto per una clientela spesso attratta da costi inferiori rispetto alle cliniche autorizzate. La morte di Ana Sergia Alcivar Chenche segue altri casi analoghi avvenuti a Roma negli ultimi mesi, sottolineando la necessità di controlli più stringenti e di una maggiore consapevolezza sui rischi di queste pratiche.
In sintesi, Ana Sergia Alcivar Chenche è morta dopo una liposuzione eseguita in uno studio medico abusivo, senza licenza, da Jose Lizarraga Picciotti, già noto per precedenti denunce. L’intervento si è trasformato in tragedia a causa di un malore della paziente, con soccorsi chiamati in ritardo e una struttura non autorizzata a operare. L’inchiesta è in corso per omicidio colposo e lo studio è stato posto sotto sequestro.
I rischi di un intervento di liposuzione
La liposuzione, pur essendo una delle procedure di chirurgia estetica più diffuse e generalmente sicure se eseguita da professionisti qualificati, comporta comunque una serie di rischi e possibili complicanze che è importante conoscere:
Rischi comuni e complicanze minori
– Gonfiore e lividi: sono effetti collaterali molto frequenti e tendono a risolversi spontaneamente nel giro di alcune settimane.
– Dolore e intorpidimento: il dolore post-operatorio è normale e gestibile con farmaci; l’intorpidimento della zona trattata è spesso temporaneo.
– Cicatrici: le incisioni sono generalmente piccole, ma possono lasciare cicatrici visibili, soprattutto nelle prime settimane dopo l’intervento.
– Ematomi e sieromi: raccolte di sangue o liquido sotto la pelle che, se persistenti, possono richiedere drenaggio.
Complicanze più serie (rare ma possibili)
– Infezioni: possono insorgere nonostante le precauzioni e, se non trattate, portare a complicazioni più gravi.
– Necrosi cutanea: morte di una porzione di tessuto adiposo o cutaneo, che può causare avvallamenti o irregolarità della pelle.
– Asimmetrie e irregolarità cutanee: risultati estetici insoddisfacenti che talvolta richiedono ulteriori interventi correttivi.
– Embolia polmonare e trombosi venosa profonda (TVP): sono le complicanze più gravi, ma fortunatamente molto rare se vengono seguite le corrette profilassi e il paziente viene mobilizzato precocemente.
– Embolia adiposa: il grasso può entrare nel circolo sanguigno e causare blocchi vascolari, complicanza rara ma potenzialmente fatale.
– Shock chirurgico: più probabile in caso di rimozione di grandi volumi di grasso in un’unica seduta.
Fattori che aumentano il rischio
– Patologie sistemiche non controllate
– Fumo, assunzione di farmaci anticoagulanti o integratori non dichiarati
– Interventi eseguiti in strutture non autorizzate o da personale non specializzato
Come scegliere un buon chirurgo estetico e ridurre i rischi per la salute
La scelta del chirurgo è il fattore più importante per la sicurezza e il successo dell’intervento. Ecco i principali criteri da seguire:
Verifica delle qualifiche
– Il chirurgo deve essere laureato in Medicina e specializzato in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica.
– Deve essere iscritto all’Ordine dei Medici e, preferibilmente, a società scientifiche riconosciute come AICPE, SICPRE o ISAPS.
Esperienza specifica
– Il chirurgo deve avere una comprovata esperienza nella liposuzione, con numerosi interventi documentati e risultati verificabili (foto prima/dopo).
– È importante informarsi su aggiornamenti formativi e partecipazione a congressi scientifici.
Struttura sanitaria
– L’intervento deve essere eseguito in una struttura autorizzata, dotata di sala operatoria attrezzata, presenza di anestesista e standard igienico-sanitari elevati.
– Diffidare di offerte troppo vantaggiose o interventi proposti in centri estetici non autorizzati.
Prima visita accurata
– Il chirurgo deve dedicare tempo a una valutazione approfondita, spiegare rischi, benefici, alternative e costi, ascoltare le aspettative e rispondere a ogni domanda.
– È fondamentale che il rapporto medico-paziente sia basato su fiducia, empatia e trasparenza.
Informazione e consapevolezza
– Raccogliere informazioni da fonti affidabili, non basarsi solo su recensioni online o passaparola.
– Chiedere sempre chiarimenti su tecniche utilizzate, materiali impiegati e gestione del post-operatorio.
Seguire scrupolosamente le indicazioni pre e post-operatorie
– Seguire tutte le raccomandazioni del chirurgo (astensione dal fumo, sospensione di farmaci, uso di guaine compressive, mobilizzazione precoce, controlli regolari) è essenziale per ridurre i rischi.
In conclusione, la liposuzione è un intervento generalmente sicuro, ma non privo di rischi, soprattutto se eseguito da personale non qualificato o in ambienti non idonei. Per tutelare la propria salute:
– Scegliere solo chirurghi plastici specializzati, con esperienza documentata e operanti in strutture autorizzate.
– Pretendere sempre una prima visita approfondita e un’informazione completa su rischi e benefici.
– Seguire rigorosamente tutte le indicazioni pre e post-operatorie.
Questi accorgimenti sono la miglior garanzia per ottenere risultati soddisfacenti e minimizzare le complicanze.
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L’importanza di scegliere una struttura accreditata dal Ministero della Salute
Scegliere una struttura sanitaria accreditata dal Ministero della Salute è fondamentale per garantire sicurezza, qualità e tutela della salute del paziente. Ecco perché:
– Garanzia di standard elevati: l’accreditamento viene concesso solo alle strutture che rispettano rigorosi requisiti di qualità, sicurezza e appropriatezza delle prestazioni sanitarie. Questi requisiti sono periodicamente verificati da organismi tecnici indipendenti e dalle Regioni, secondo criteri oggettivi stabiliti a livello nazionale e regionale.
– Controlli e monitoraggio continui: le strutture accreditate sono sottoposte a controlli regolari, sia in fase di concessione sia durante il rinnovo dell’accreditamento (che ha durata limitata e va rinnovato), per assicurare il mantenimento degli standard richiesti e prevenire rischi per i pazienti.
– Tutela del diritto alla salute: l’accreditamento è uno strumento pubblico che tutela il diritto fondamentale alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione, offrendo ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente dove curarsi, ma sempre in ambienti sicuri e controllati.
– Trasparenza e responsabilità: il processo di accreditamento è trasparente, basato su valutazioni tecniche e amministrative, e prevede la pubblicazione dei risultati delle verifiche. Questo permette al cittadino di informarsi e scegliere consapevolmente.
– Protezione da rischi e truffe: scegliere una struttura non accreditata espone a rischi maggiori di errori, complicanze, carenze igieniche, personale non qualificato o assenza di protocolli di sicurezza. L’accreditamento, invece, rappresenta una garanzia istituzionale contro queste eventualità.
In conclusione, rivolgersi a strutture accreditate dal Ministero della Salute significa affidarsi a professionisti e organizzazioni che rispettano regole stringenti, sono sottoposti a controlli costanti e pongono la sicurezza del paziente al centro della loro attività.