Mal di testa ignorato: giovane donna scopre un tumore cerebrale
Una giovane scopre che i suoi mal di testa erano causati da un tumore al cervello, dopo che il medico li aveva attribuiti alla pillola anticoncezionale.
Holly, 26 anni, inizia ad avere mal di testa e problemi alla vista: il medico li sottovaluta. Ma era un tumore al cervello.

Nel 2025, migliaia di donne italiane convivono con sintomi come mal di testa persistenti, stanchezza o problemi visivi. Spesso li attribuiscono allo stress, agli ormoni o ad altri fattori temporanei. Ma cosa succede quando questi segnali nascondono qualcosa di più serio?
È ciò che è accaduto a Holly Worswick, una giovane insegnante di educazione fisica inglese di 26 anni. Sana, attiva, sportiva. Eppure, nel febbraio 2021, la sua vita ha preso una svolta drammatica. La sua storia è stata raccontata sul Daily Mail.
Indice dell'articolo
- 1 Il primo campanello d’allarme: i mal di testa
- 2 Una diagnosi ignorata troppo a lungo
- 3 Interventi chirurgici, recidive e una lunga battaglia
- 4 La recidiva non dà tregua
- 5 Problemi all’udito e sesta operazione
- 6 Una nuova vita dopo la diagnosi
- 7 Dare voce ai pazienti ignorati
- 8 Il caso Jessica Brady e il cambio delle regole in Inghilterra
- 9 Cosa possiamo imparare da questa storia
- 10 Quando preoccuparsi di un mal di testa
- 11 FAQ
Il primo campanello d’allarme: i mal di testa
Holly comincia a soffrire di forti mal di testa e problemi intermittenti alla vista. Nulla che avesse mai sperimentato prima. Ma invece di allarmarsi, come molte persone della sua età, cerca una spiegazione semplice.
«Pensavo fosse solo stanchezza», racconta. Si rivolge al proprio medico di base che, senza approfondire, attribuisce i sintomi agli effetti collaterali della pillola anticoncezionale. Le viene prescritta una pillola diversa. Nessun esame. Nessuna visita specialistica.
Una diagnosi ignorata troppo a lungo
I mal di testa non passano. Holly si preoccupa e decide di fare da sola. Va da un ottico, che le consiglia un OCT scan – una scansione oculare non invasiva. È il 14 febbraio 2021, una data che non dimenticherà mai.
Dalla scansione emerge una massa grande quanto un pompelmo sul nervo ottico destro. Viene subito trasferita all’ospedale di Macclesfield, dove le vengono eseguite una risonanza magnetica e una TAC. Il responso: un tumore al cervello.
«All’inizio non capivo. Quando mi hanno detto “tumore cerebrale” è stato come un colpo. Mi sono detta: “Oh mio Dio”», confida.
Interventi chirurgici, recidive e una lunga battaglia
Inizia così un lungo calvario di operazioni e terapie. Viene indirizzata all’ospedale oculistico di Manchester, dove ulteriori controlli confermano la necessità di un intervento. Viene operata per rimuovere il tumore e analizzare se fosse maligno.
La diagnosi definitiva: meningioma benigno di grado 1. Non è canceroso, ma la posizione lo rende difficile da rimuovere completamente. Inoltre, sviluppa un’infezione post-operatoria che richiede un secondo intervento.
Nel giro di un mese, è costretta a rientrare in sala operatoria: le viene rimossa una parte del cranio per contenere l’infezione. A luglio 2021 le viene impiantata una placca in titanio, successivamente sostituita con un materiale biocompatibile.
La recidiva non dà tregua
A novembre 2021, una nuova TAC rivela la ricrescita del tumore. È necessaria una quarta operazione, che avviene nel gennaio 2022. Un periodo devastante per Holly, che ricorda con dolore: «Quel Natale è stato terribile. Non amo particolarmente le feste, ma quello è stato insopportabile».
Nel febbraio 2024, a distanza di due anni, un’altra scansione mostra nuove anomalie. Si procede con un quinto intervento chirurgico, seguito da sei settimane di radioterapia con protoni, una tecnica mirata e meno invasiva rispetto alla radioterapia tradizionale.
Problemi all’udito e sesta operazione
Sembrava finalmente finita. Ma all’inizio del 2025, Holly inizia a perdere l’udito dall’orecchio destro. Avverte fastidi, crepitii e perdite. Gli esami mostrano che il tumore è ricresciuto, questa volta vicino al canale uditivo.
«Faticavo a sentire le persone. Mi hanno rimosso il timpano e chiuso il condotto uditivo. Ora ho una perdita uditiva permanente all’orecchio destro», racconta. Un nuovo intervento – il sesto – viene eseguito per rimuovere la massa.
Ora Holly dovrà sottoporsi a risonanze magnetiche ogni sei mesi per tutta la vita, per monitorare eventuali recidive.
Una nuova vita dopo la diagnosi
Nonostante tutto, Holly ha deciso di trasformare il dolore in consapevolezza. Ha presentato la propria candidatura al concorso Miss Inghilterra, in programma a ottobre 2025.
«Per me non è questione di bellezza. Voglio usare questa opportunità per sensibilizzare sui tumori cerebrali. Le persone pensano che i concorsi di bellezza siano solo apparenza, ma si tratta anche della propria storia e di ciò che si fa per gli altri».
Con la sua partecipazione, Holly spera di incoraggiare altre donne a non ignorare i segnali del corpo, a insistere con i medici e a pretendere diagnosi più approfondite.
Dare voce ai pazienti ignorati
Shannon Winslade, direttrice dei servizi della Brain Tumour Charity, ha commentato così il coraggio di Holly:
“Siamo profondamente grati a chi condivide la propria storia. Ogni diagnosi è unica, ma sapere che non si è soli può fare la differenza.” — Shannon Winslade, Direttrice dei Servizi, Brain Tumour Charity
Il caso Jessica Brady e il cambio delle regole in Inghilterra
Questa vicenda si inserisce in un contesto più ampio. Proprio questa settimana, il Servizio Sanitario Nazionale inglese (NHS) ha introdotto una nuova norma chiamata “Jess’s Rule”, in memoria di Jessica Brady, morta a soli 27 anni per un adenocarcinoma in stadio avanzato.
Jessica si era rivolta più di 20 volte al medico di base per sintomi preoccupanti. Ma i suoi disturbi erano stati minimizzati come long Covid. Le avevano detto che era “troppo giovane per avere un tumore”. È morta nel 2020.
La nuova regola obbliga i medici inglesi a rivedere la diagnosi se un paziente si presenta tre volte con gli stessi sintomi. Un cambiamento che potrebbe salvare vite.
Cosa possiamo imparare da questa storia
La storia di Holly tocca molte questioni che riguardano anche il contesto italiano:
- I sintomi persistenti non vanno ignorati, soprattutto se non migliorano con le terapie.
- È fondamentale richiedere esami approfonditi in caso di dubbi.
- I tumori cerebrali possono colpire anche i giovani e le donne sane.
- Serve maggiore formazione per i medici di base sulla gestione dei segnali neurologici.
- Il supporto psicologico dopo la diagnosi è fondamentale.
Quando preoccuparsi di un mal di testa
Ecco alcuni segnali che non andrebbero sottovalutati:
- Mal di testa persistente o che peggiora nel tempo
- Visione offuscata o sdoppiata
- Nausea o vomito senza motivo apparente
- Perdita di udito o equilibrio
- Confusione o difficoltà a concentrarsi
- Sensazione di pressione all’interno del cranio
In presenza di uno o più sintomi, è consigliabile consultare un neurologo e richiedere esami come risonanza magnetica o TAC.
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FAQ
Il meningioma è sempre benigno?
No, esistono forme benigne e forme atipiche o maligne. Va monitorato regolarmente.
Una pillola anticoncezionale può causare mal di testa?
Sì, ma se i sintomi sono nuovi o gravi, è necessario indagare altre cause.
Il meningioma può tornare dopo l’intervento?
Sì, come nel caso di Holly, può recidivare. Ecco perché servono controlli periodici.
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