Laura Boldrini: “Lesione tumorale al femore, un condrosarcoma”

A distanza di un anno, Laura Boldrini – ex presidente della Camera e attuale deputata del Pd – in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera parla della scoperta del tumore al femore, un condrosarcoma.

Laura Boldrini racconta la scoperta del tumore

Nell’aprile 2021, Laura Boldrini, attuale deputata del Pd, ha scoperto di avere un tumore al femore, il condrosarcoma che l’ha costretta ad un’operazione urgente.

«Da un anno avevo dolore alla gamba destra. Pensavo a un’infiammazione del nervo sciatico. E avevo troppi impegni per fare accertamenti, oltre alla tendenza tipica delle donne a trascurarsi», dice durante l’intervista al Corriere della Sera.

A convincerla a sottoporsi ad un controllo è stata una vicina osteopata, da lì, la diagnosi inaspettata: «Lesione tumorale al femore: un condrosarcoma. Devo fare la Tac, la Pet, la Total body».

Racconta cosa è avvenuto dentro di lei, i pensieri che le sono passati per la mente, il rifiuto della malattia, «Forse l’errore lo sta facendo il medico» e la ricerca delle informazioni online: «Ho cominciato a cercare informazioni online e a pensare a quel che poteva succedermi. Restare zoppa. Perdere la gamba. Rimanere inchiodata in un letto. Un paradosso, dopo una vita sempre improntata al movimento, le missioni in zone di guerra. Ora avevo mille ipotesi davanti a me. E mi facevano tutte orrore».

Racconta di quando è entrata in ospedale e del contatto con i compagni di stanza e la sofferenza: «La prima era una donna che passava tutto il tempo gridando al cellulare in viva voce. Un po’ fastidiosa. Ma quando si è trovata da sola con me, è scoppiata a piangere. Eravamo in un reparto riservato a malattie difficili, avevamo tutti paura».

Dopo, ha dovuto affrontare l’intervento, riuscito «Grazie ad Alessandro Gasbarrini, un eroe. Uno capace di operare per quindici ore di seguito. La mia operazione non è durata tanto, ma è stata complicata: il professore ha tolto 25 centimetri di femore, ha inserito una protesi di titanio da 45 centimetri, che pesa un chilo in più ed è incastonata da un lato in quel che resta del femore, dall’altro nel bacino». Infine la terapia intensiva: «Dove perdi la nozione del tempo. Quando ho sentito mia figlia al telefono, la tensione si è sciolta, e finalmente ho pianto».

Al ritorno dalla sala operatoria ha trovato un uomo: «Lo sento parlare da dietro il lenzuolo che ci separa. A un certo punto inizia a vantarsi che è in camera con una donna: “Sì, è vero, sta qui accanto, è stata operata da poco e non si può muovere. Vorrà dire che questa notte dovrò fare tutto io… Ahaha”. Sono furiosa, ma come si permette di fare battute sessiste in una circostanza come questa?». Ultima compagna di stanza, una ragazza: «Alice aveva appena diciannove anni, ed era già davanti alla prova della vita. Timida, dolce, sempre timorosa di disturbare le infermiere.».

Nell’intervista ad Aldo Cazzullo, la deputata del Pd accenna al ‘diritto all’oblio’: «Quando sono tornata a Montecitorio mi hanno applaudita anche gli avversari: mi ha fatto piacere. Voglio battermi per i malati, per chi viva uno stigma che perdura dopo la guarigione, e non riesce ad accedere al credito, a fare e un mutuo, a chiedere una polizza sulla vita, ad adottare un bambino. Al Senato c’è una proposta di legge della mia omonima Paola Boldrini sul diritto all’oblio: dopo dieci anni, quando non sei più a rischio, la tua malattia non deve più essere menzionata».

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