Infarto e ictus: i segnali ignorati anni prima dell’emergenza
Quasi tutti i casi di infarto, ictus o scompenso cardiaco mostrano segnali d’allarme anni prima.
Molti credono che le malattie cardiache arrivino all’improvviso. Ma un nuovo studio dimostra che i segnali erano già presenti, spesso ignorati.

Secondo una ricerca internazionale che ha coinvolto milioni di persone tra Corea del Sud e Stati Uniti, oltre il 99% dei pazienti che hanno avuto un evento cardiovascolare (come infarto, ictus o scompenso cardiaco) avevano almeno un importante fattore di rischio già anni prima dell’episodio.
Un dato che cambia radicalmente la percezione comune: le malattie cardiache raramente colpiscono “dal nulla”. Al contrario, lasciano tracce ben visibili, che però spesso non vengono riconosciute o curate per tempo.
Indice dell'articolo
- 1 Pressione alta: il segnale più diffuso e sottovalutato
- 2 Uno studio di portata storica
- 3 Molto più di un singolo fattore
- 4 La posizione degli esperti
- 5 Malattie cardiovascolari: prima causa di morte nel mondo
- 6 Il trend preoccupante tra i più giovani
- 7 Anche gli ictus aumentano tra i giovani adulti
- 8 Perché i giovani vengono sottovalutati
- 9 Prevenire è possibile: ecco come
- 10 Un messaggio chiaro: intervenire prima, non dopo
- 11 FAQ
Pressione alta: il segnale più diffuso e sottovalutato
Tra tutti i fattori di rischio, l’ipertensione è il più diffuso in assoluto: colpisce più di 9 persone su 10 tra quelle che poi hanno un evento cardiovascolare.
Questa condizione, nota anche come “killer silenzioso”, spesso non dà sintomi evidenti, ma danneggia lentamente cuore, arterie e cervello. Ecco perché, senza controlli regolari, può passare inosservata per anni.
Uno studio di portata storica
Lo studio è stato condotto da due importanti università: la Northwestern University di Chicago e la Yonsei University di Seul. Gli scienziati hanno analizzato:
- 9,3 milioni di adulti in Corea del Sud
- Quasi 7.000 adulti negli Stati Uniti
Grazie a decenni di controlli sanitari di routine, i ricercatori hanno potuto seguire nel tempo i valori di pressione, colesterolo, glicemia e abitudini come il fumo.
Incrociando questi dati con le diagnosi future di infarto, ictus o scompenso cardiaco, è emersa una conclusione inequivocabile: oltre il 99% delle persone colpite aveva già almeno un valore “non ottimale” anni prima dell’evento.
Molto più di un singolo fattore
Nel dettaglio, più del 93% dei partecipanti aveva almeno due o più fattori di rischio:
- Ipertensione (pressione alta)
- Colesterolo elevato
- Glicemia alta o diagnosi di diabete
- Storia di fumo
Sorprendentemente, anche tra le donne giovani (tradizionalmente considerate a basso rischio), oltre il 95% mostrava segnali premonitori prima di avere ictus o scompenso cardiaco.
La posizione degli esperti
Il professor Philip Greenland, cardiologo alla Northwestern University e autore senior dello studio, è chiaro:
“Questi risultati mostrano in modo convincente che l’esposizione a uno o più fattori di rischio modificabili precede quasi sempre gli eventi cardiovascolari.” — Philip Greenland, cardiologo, Northwestern University Feinberg School of Medicine
Il suo invito è netto: intervenire prima, concentrandosi su ciò che si può cambiare, anziché inseguire cause misteriose o difficilmente modificabili.
Malattie cardiovascolari: prima causa di morte nel mondo
Nel 2025, le malattie cardiovascolari restano la principale causa di morte a livello globale, con circa 18 milioni di vittime ogni anno.
Solo nel Regno Unito, queste patologie causano il 25% di tutti i decessi. In Italia i numeri sono analoghi: secondo l’ISS, le malattie del cuore e della circolazione sono la prima causa di morte, soprattutto dopo i 65 anni.
Il trend preoccupante tra i più giovani
Un altro dato allarmante: sempre più giovani finiscono in ospedale per infarto. Nel Regno Unito, i ricoveri per infarto tra i 30 e i 40 anni sono in aumento negli ultimi anni. Lo stesso vale per gli Stati Uniti, dove gli infarti tra gli under 40 crescono del 2% ogni anno.
La causa? Secondo gli esperti:
- Sovrappeso e obesità
- Ipertensione
- Diabete di tipo 2
- Alimentazione squilibrata
- Sedentarietà
- Stress cronico
Anche gli ictus aumentano tra i giovani adulti
Un’indagine nazionale americana ha mostrato che gli ictus tra i 18 e i 44 anni sono aumentati del 15% nell’ultimo decennio, mentre sono diminuiti tra gli anziani.
Ancora una volta, i responsabili sono gli stessi: pressione alta, colesterolo fuori controllo, obesità, diabete precoce, fumo.
Perché i giovani vengono sottovalutati
Molti medici non sospettano problemi cardiaci nei giovani, proprio perché associati agli anziani. Questo porta a ritardi nelle diagnosi e occasioni perse per intervenire prima.
Infatti, molti pazienti non sanno nemmeno di avere problemi, perché:
- Non si sottopongono a controlli regolari.
- I sintomi sono assenti o lievi.
- Trascurano i consigli medici.
Prevenire è possibile: ecco come
La buona notizia è che controllare i principali fattori di rischio è possibile, spesso con cambiamenti nello stile di vita:
- Mangiare meglio: più verdura, meno grassi saturi.
- Fare attività fisica regolare.
- Smettere di fumare.
- Ridurre lo stress.
- Assumere farmaci, se prescritti.
Controlli di routine su pressione e colesterolo, anche in mezza età, possono salvare la vita.
Un messaggio chiaro: intervenire prima, non dopo
I ricercatori raccomandano ai sistemi sanitari di potenziare gli screening preventivi, soprattutto tra i 35 e i 55 anni, anche se i pazienti si sentono in salute.
L’obiettivo? Intercettare il rischio prima che sia troppo tardi.

La ricerca pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology e finanziata dalla National Research Foundation of Korea lancia un messaggio forte e chiaro: quasi tutti gli eventi cardiovascolari gravi possono essere previsti e prevenuti.
Il problema non è la mancanza di segnali, ma la nostra incapacità di ascoltarli per tempo.
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FAQ
Qual è il principale fattore di rischio per infarto e ictus?
La pressione alta (ipertensione), spesso asintomatica.
Anche i giovani devono preoccuparsi di malattie cardiache?
Sì. Infarti e ictus sono in aumento tra i 30 e i 40 anni.
Come si possono prevenire le malattie cardiovascolari?
Con alimentazione sana, attività fisica, stop al fumo e controlli regolari.
Quando iniziare i controlli preventivi?
Già dai 35 anni, anche senza sintomi.
Quali valori vanno monitorati regolarmente?
Pressione arteriosa, colesterolo, glicemia, peso e abitudini (fumo, dieta).
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