Immunoterapia per il tumore alla tiroide: lo studio italiano che apre nuove strade
Lo studio NePenThe apre la strada a una terapia personalizzata e innovativa, che potrebbe rivoluzionare la gestione dei tumori della tiroide ad alto rischio, riducendo la necessità di interventi chirurgici invasivi e migliorando la qualità di vita dei pazienti.
Il 25 maggio ricorre la Giornata Mondiale della Tiroide, istituita per sensibilizzare la popolazione sui problemi legati a questa ghiandola endocrina, con particolare attenzione alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie tiroidee. In Italia, la Giornata si inserisce nel contesto della Settimana Mondiale della Tiroide, che nel 2025 si svolge dal 20 al 25 maggio.
La scelta della data del 25 maggio risale al 2007, quando la Thyroid Federation International decise di celebrare questa ricorrenza, prendendo spunto da una tradizione già esistente in alcuni Paesi scandinavi. La Giornata Mondiale della Tiroide è oggi sostenuta da importanti società scientifiche internazionali, tra cui la European Thyroid Association (ETA) e l’American Thyroid Association (ATA).

In Italia oltre 6 milioni di persone soffrono di malattie della tiroide
Le malattie della tiroide sono molto diffuse: in Italia ne soffrono oltre 6 milioni di persone, con una prevalenza particolarmente alta tra gli anziani (oltre il 15% della popolazione anziana presenta disfunzioni tiroidee). Le patologie più comuni includono ipotiroidismo e ipertiroidismo, spesso di origine autoimmune, che richiedono controlli periodici ma non necessariamente esami ripetuti senza motivo.
L’obiettivo della Giornata e della Settimana Mondiale della Tiroide è promuovere una corretta informazione, prevenzione e diagnosi precoce, oltre a sostenere il riconoscimento delle malattie tiroidee tra le patologie croniche non trasmissibili, così da facilitare l’accesso a maggiori risorse per la ricerca e la cura. In tutta Italia vengono organizzati eventi, conferenze, visite ed esami gratuiti per sensibilizzare la cittadinanza e fornire informazioni aggiornate sulla salute della tiroide.
Il carcinoma della tiroide
Il carcinoma tiroideo è una neoplasia maligna che origina dalle cellule della tiroide, una ghiandola situata alla base del collo, fondamentale per la produzione di ormoni che regolano il metabolismo, la temperatura corporea e la frequenza cardiaca. I principali tipi di carcinoma tiroideo sono:
– Carcinoma papillare: rappresenta circa il 75-80% dei casi e ha una crescita lenta; spesso si manifesta con metastasi ai linfonodi del collo.
– Carcinoma follicolare: costituisce circa il 15-20% dei casi e può dare metastasi a distanza, soprattutto ai polmoni e alle ossa.
– Carcinoma midollare: origina dalle cellule parafollicolari e rappresenta circa il 5% dei casi.
– Carcinoma anaplastico: è molto raro (<1% dei casi), ma estremamente aggressivo e a rapida progressione.
La maggior parte dei carcinomi tiroidei è di tipo differenziato (papillare e follicolare), con prognosi generalmente favorevole se diagnosticati precocemente.
Incidenza in Italia
In Italia il carcinoma tiroideo presenta un tasso di incidenza tra i più elevati d’Europa. Ogni anno vengono diagnosticati circa 12.000-12.200 nuovi casi, di cui circa 3.000-3.500 tra gli uomini e oltre 8.000-8.700 tra le donne. Questo tumore è particolarmente frequente nelle donne giovani (sotto i 40 anni), dove è la seconda neoplasia più comune dopo il tumore al seno. L’incidenza è stimata in circa 17-18 casi ogni 100.000 donne e 4-5 casi ogni 100.000 uomini.
Negli ultimi decenni, i casi di carcinoma tiroideo sono aumentati notevolmente, a causa dell’utilizzo diffuso di tecniche diagnostiche avanzate come l’ecografia, che permettono di individuare anche piccoli noduli asintomatici e poco aggressivi (microcarcinomi). Questo fenomeno di sovradiagnosi ha portato a un aumento dei casi rilevati, ma non a un aumento parallelo della mortalità, che rimane bassa e stabile: la mortalità è infatti inferiore a 1 decesso ogni 100.000 abitanti.

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Nuove speranze di cura dall’immunoterapia
Lo studio “NePenThe”, coordinato dall’IRCCS Maugeri di Pavia e condotto in collaborazione con l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il Policlinico San Matteo di Pavia, il Policlinico Umberto I e il Policlinico Gemelli di Roma, rappresenta una delle più innovative prospettive di cura per il carcinoma della tiroide, in particolare per le forme ad alto rischio o resistenti ai trattamenti tradizionali.
Sintesi dello studio
– Obiettivo principale: valutare gli effetti dell’immunoterapia somministrata prima dell’intervento chirurgico (tiroidectomia) su pazienti con carcinoma della tiroide ad alto rischio.
– Pazienti coinvolti: 25 pazienti candidati a tiroidectomia, di cui 20 riceveranno due cicli di immunoterapia prima dell’intervento e 5 seguiranno il trattamento standard.
– Tipo di tumore: carcinoma differenziato della tiroide (90-95% dei casi), con particolare attenzione ai casi resistenti al trattamento con iodio radioattivo (5-15% dei casi).
– Durata dello studio: tre anni, avviato a novembre 2023.
– Obiettivi secondari: analizzare le modifiche nel sistema immunitario, la capacità di ristabilire l’immunosorveglianza e la persistenza di questi cambiamenti, oltre a testare la capacità della radiomica applicata alla risonanza di predire l’efficacia della terapia.
Risultati attesi e prospettive
Al momento, lo studio è ancora in corso e i risultati definitivi non sono ancora disponibili. Tuttavia, le aspettative sono molto alte:
– Innovazione terapeutica: l’immunoterapia viene normalmente somministrata nelle fasi avanzate della malattia o in presenza di recidive/metastasi. Lo studio NePenThe è il primo a testare l’immunoterapia in fase neoadiuvante (prima dell’intervento chirurgico) per il carcinoma della tiroide, con l’obiettivo di invertire il comportamento immunosoppressivo del tumore.
– Impatto clinico: capire come l’immunoterapia modifichi la risposta immunitaria potrebbe portare a nuove strategie terapeutiche, soprattutto per i pazienti resistenti ai trattamenti tradizionali, riducendo il rischio di recidive e migliorando la prognosi.
– Potenziamento dell’immunosorveglianza: l’obiettivo è verificare se l’immunoterapia renda il sistema immunitario più “competente” nel riconoscere e attaccare le cellule tumorali residue, contribuendo a una maggiore efficacia terapeutica e a una migliore sopravvivenza.
Considerazioni finali
– Prognosi attuale: il carcinoma differenziato della tiroide ha una prognosi generalmente molto favorevole, con una sopravvivenza a 5 anni del 92-96%. Tuttavia, nei casi resistenti ai trattamenti con iodio radioattivo, le opzioni terapeutiche sono limitate.
– Nuove prospettive: lo studio NePenThe apre la strada a una terapia personalizzata e innovativa, che potrebbe rivoluzionare la gestione dei tumori della tiroide ad alto rischio, riducendo la necessità di interventi chirurgici invasivi e migliorando la qualità di vita dei pazienti.