Il cancro, la chemioterapia rifiutata e le fake news: il dramma di Paloma Shemirani

Paloma Shemirani è morta a 23 anni dopo aver rifiutato la chemioterapia per un tumore curabile, scelta che i fratelli attribuiscono all’influenza della madre Kate, ex infermiera e influencer della disinformazione sanitaria.

Paloma Shemirani era una giovane donna britannica di 23 anni, laureata all’Università di Cambridge, con una brillante carriera davanti a sé. Nel dicembre 2023 le fu diagnosticato un linfoma non-Hodgkin, una forma di tumore del sangue che, secondo i medici, aveva circa l’80% di probabilità di essere curato con la chemioterapia. Tuttavia, Paloma rifiutò il trattamento convenzionale e morì sette mesi dopo, nel luglio 2024.

I suoi fratelli, Gabriel e Sebastian, attribuiscono questa scelta e la morte di Paloma all’influenza della madre Kate Shemirani, nota per le sue posizioni contro la medicina tradizionale e la diffusione di teorie del complotto sulla salute.

La probabile influenza della madre e il rifiuto delle cure

Secondo il racconto dei fratelli, Paloma era inizialmente ottimista riguardo alla possibilità di guarire, ma dopo aver informato la madre della diagnosi, la sua posizione cambiò. La BBC ha visionato messaggi in cui Kate Shemirani chiedeva esplicitamente di non far firmare a Paloma il consenso alla chemioterapia o ad altri trattamenti ospedalieri.

Paloma, preoccupata per gli effetti collaterali della chemio, si rivolse anche a Patrick Vickers, ex partner della madre e sostenitore di terapie alternative come la Gerson therapy, un approccio privo di basi scientifiche che prevede diete rigide e clisteri di caffè. Nonostante i tentativi del personale medico e le discussioni con amici e familiari, Paloma decise di rinunciare alla chemioterapia, affidandosi a queste terapie alternative.

Chi è Kate Shemirani

Kate Shemirani è una ex infermiera britannica, radiata nel 2020 per aver diffuso disinformazione sanitaria, in particolare su Covid-19 e vaccini. Durante la pandemia è diventata una figura molto nota tra i movimenti complottisti, promuovendo teorie infondate su vaccini, 5G, e terapie naturali per malattie gravi come il cancro. Sui social, dove ha raccolto decine di migliaia di follower, ha sostenuto che la medicina convenzionale sia parte di un complotto e che le terapie alternative possano curare anche tumori gravi.

Dopo la morte della figlia, Kate Shemirani ha pubblicamente attribuito la responsabilità al sistema sanitario britannico (NHS), sostenendo senza prove che Paloma sarebbe stata sottoposta a trattamenti medici non autorizzati. La BBC e altre fonti giornalistiche non hanno trovato alcuna evidenza a supporto di queste accuse.

Le reazioni della famiglia e della società

I fratelli di Paloma hanno denunciato pubblicamente la madre, sostenendo che le sue convinzioni abbiano avuto un ruolo diretto nella morte della sorella. Hanno chiesto che i social network adottino misure più stringenti contro la disinformazione sanitaria, per evitare che altre persone subiscano conseguenze simili.

Il caso ha avuto ampia risonanza mediatica nel Regno Unito, diventando oggetto di un’inchiesta della BBC e di uno speciale di Panorama, che ha analizzato l’impatto delle teorie del complotto sulla salute e il rischio concreto che rappresentano per la vita delle persone.

In conclusione, Paloma Shemirani è morta a 23 anni dopo aver rifiutato la chemioterapia per un tumore curabile, scelta che i fratelli attribuiscono all’influenza della madre Kate, ex infermiera e influencer della disinformazione sanitaria. Kate Shemirani è nota per le sue posizioni anti-vax, anti-medicina e per la promozione di teorie complottiste.

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La posizione dei medici

I medici ritengono che il rifiuto della chemioterapia abbia contribuito in modo determinante alla morte di Paloma Shemirani perché il linfoma non-Hodgkin di cui soffriva è una forma di tumore che, nelle sue varianti più comuni e in pazienti giovani, risponde molto bene ai trattamenti convenzionali: la chemioterapia offre infatti circa l’80% di possibilità di sopravvivenza a cinque anni.

Quando Paloma ha scelto di non sottoporsi alla chemioterapia, ha rinunciato all’unica terapia scientificamente riconosciuta ed efficace per la sua malattia. Le terapie alternative a cui si è affidata, come la cosiddetta Gerson therapy, non hanno alcuna validità scientifica e non sono in grado di curare il linfoma non-Hodgkin. Di conseguenza, la malattia ha potuto progredire senza ostacoli, portando infine al decesso.

I medici sottolineano che, se Paloma avesse accettato la chemioterapia, avrebbe avuto altissime probabilità di guarigione o comunque di vivere molto più a lungo. Il rifiuto delle cure convenzionali in favore di terapie prive di efficacia ha quindi avuto un impatto diretto e fatale sul decorso della sua malattia.

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